11 anni fa si spegneva il grande pianista napoletano
Si è spento, all’età di 82 anni, Paolo Spagnolo: un nome che alle generazioni più giovani di pianisti dirà poco o nulla. Per chi, come me, ha avuto la fortuna di frequentare il Conservatorio San Pietro a Majella in “tempi d’oro” per la scuola pianistica napoletana, Sergio Fiorentino e Paolo Spagnolo erano i “Pianisti”.
Due nomi cui mi legano strane coincidenze: il primo fu Presidente di commissione al mio esame di 8° anno; il secondo, Presidente al mio Diploma. Sono scomparsi entrambi, lasciando in me enorme dispiacere e bellissimi ricordi.
Non ebbi più occasioni di vedere “da vicino” Sergio Fiorentino dopo il mio Ottavo, mentre ebbi la fortuna di frequentare personalmente Paolo Spagnolo e di fare molte lezioni private con lui nella sua casa al Vomero. Lezioni che, ci tengo a sottolineare, il maestro mi fece gratis!
Amava profondamente insegnare, proprio come amava suonare per te e con te. Testimonianza ne è il bellissimo e interessantissimo libro Pianosophia, tecnica e arte, scritto a 4 mani con Giovanni Stelli e edito da Pagano nel 1996, che dice molto di lui e delle sue “teorie didattiche”, incentrate sulla convinzione che i problemi tecnici debbano essere sempre impostati e risolti a partire dalla musica.
Come bellissimi sono i suoi ultimi cd, tutti di altissimo livello che Paolo Spagnolo aveva “autoprodotto: registrati nello Studio “Splash” di Napoli riportano la sigla PAS (che sta, appunto, per Paolo Spagnolo). Tra i suoi ultimi allievi ce n'era uno prediletto, Amedeo Salvato, un pianista dal grandissimo talento, nel quale, credo, Paolo Spagnolo rivedeva molto di se stesso.
Nato
a Napoli nel 1930, Paolo Spagnolo era stato un bambino prodigio e aveva
debuttato a 6 anni in una torunée negli Stati Uniti. Allievo del grande maestro
Paolo Denza, Paolo Spagnolo si era diplomato nel 1946 con 4 anni di anticipo
sui 10 previsti per il Corso di Pianoforte: per lui, il Ministero della
Pubblica Istruzione aveva istituito una seduta d’esame straordinaria e una
Commissione di Docenti apposita che gli aveva conferito il Diploma per meriti
eccezionali. L’anno successivo, 1947, Spagnolo si aggiudicò il primo premio al
prestigioso Concorso Internazionale di Ginevra, dando inizio a una carriera
internazionale di altissimo livello. Molti i dischi incisi in quegli anni per
la Cetra e per la Decca. Ragioni personali lo avevano costretto ad abbandonare
la sua carriera e, a partire dagli anni ’60, il grande pianista si dedicò con
grande amore ed entusiasmo all’insegnamento presso il Conservatorio San Pietro
a Majella di Napoli, dove insegnò fino al 1998.
Il modo più bello per ricordare Paolo Spagnolo è, però, uno solo: ascoltarlo …
Adriana Benignetti