Il capolavoro di Giordano torna alla Scala per
l’Inaugurazione della Stagione 2017/2018 in un allestimento di Mario Martone
con scene di Margherita Palli e costumi di Ursula Patzak. Nel ruolo del titolo
Yusif Eyvazov; Anna Netrebko è Maddalena di Coigny, Luca Salsi è Gérard. La Prima
è dedicata a Victor de Sabata nel cinquantenario della scomparsa. Anche
quest’anno la Prima è in diretta su Rai1 e nei cinema di tutto il mondo
Brescia/Amisano ©Teatro
alla Scala
|
Con Andrea Chénier i riflettori del 7 dicembre si accendono su un
titolo del repertorio cosiddetto verista: l’unico precedente risale al 1963,
quando Gianandrea Gavazzeni diresse L’amico
Fritz e Cavalleria rusticana nel
centenario di Mascagni. E proprio Cavalleria
rusticana, insieme a Pagliacci,
era l’unico titolo rimasto nel repertorio scaligero. Oggi il Teatro ha
intrapreso per impulso del Maestro Chailly e del Sovrintendente Pereira un
progetto culturale complessivo teso al recupero e alla valorizzazione di questo
patrimonio: ne sono testimonianza la ripresa de La cena delle beffe dello stesso Giordano (con la direzione di
Carlo Rizzi e la fortunata regia e scenografia di Mario Martone e Margherita
Palli) e la Francesca da Rimini di
Zandonai che sarà presentata nel prossimo aprile in un nuovo allestimento di
David Pountney diretto da Fabio Luisi.
Andrea
Chénier
La
prima rappresentazione assoluta di Andrea Chénier, quarta opera del
ventinovenne Umberto Giordano, avviene alla Scala il 28 marzo 1896 per la
direzione di Rodolfo Ferrari, ed è un grande successo con immediati echi anche
all’estero: appena un anno dopo la prima, il 5 febbraio 1897, è rappresentato
in lingua tedesca per otto serate allo Stadttheater di Amburgo, direttore
Gustav Mahler. Mahler rimase impressionato dal lavoro, che definì “una delle
nuove opere di maggior effetto”, e tentò di farlo rappresentare a Vienna una
volta divenuto direttore della Hofoper, scontrandosi con difficoltà economiche
e organizzative che lo indussero a programmare invece Fedora. D’altra parte, erano stati gli stessi esperti dell’Editore
Sonzogno a giudicare in un primo momento il lavoro “irrappresentabile”.
Per
l’opera della consacrazione scaligera Giordano aveva collaborato con Luigi
Illica, il librettista di Puccini che conosceva gli ardori libertari per aver
fatto parte in gioventù di una brigata garibaldina, creando un capolavoro di
efficacia drammatica e slancio musicale. Per restare a contatto con il suo
librettista, Giordano si cercò un alloggio nell’edificio in cui abitava, in via
Bramante 39, e dovette accontentarsi di dormire in una specie di deposito di
lapidi e monumenti funerari. Il risultato di tante fatiche fu il melodramma eroico
per eccellenza, spesso in verità spinto in palcoscenico verso atletismi vocali
che finirono per alimentare gli immancabili equivoci in sede critica. Riccardo
Chailly ricorda una conversazione in cui l’anziana Maria Caniglia, protagonista
della storica incisione con Gigli, gli sottolineava al contrario alcune eredità
belcantistiche della partitura.
Al
di là delle mode e delle diverse posizioni critiche, chi ha sempre creduto nel
valore di Andrea Chénier è stato il
maestro Riccardo Chailly, che lo ha inciso per la Decca nel 1982, con Luciano
Pavarotti, Montserrat Caballé e Leo Nucci. E anche l’ultima produzione alla
Scala, nella Stagione 1982/83, era diretta dall’attuale direttore musicale, con
protagonisti José Carreras, Anna Tomowa-Sintow e Piero Cappuccilli.
L’allestimento di Lamberto Puggelli era stato poi ripreso nel 1985, sempre
diretto da Chailly.
Riccardo Chailly
Il suo debutto alla Scala risale al 1978 con I Masnadieri di Verdi: con le recite di Andrea Chénier il Maestro festeggerà
quindi 40 anni di attività scaligera, nel corso dei quali ha diretto opere di
Rossini, Verdi, Puccini, Prokof’ev e Bartók. Con Aida ha inaugurato la Stagione 2006/2007, con Giovanna d’Arco la Stagione 2015/2016 e con Madama Butterfly la Stagione 2016/2017. Il
suo impegno con il Teatro milanese negli anni a venire si concentrerà sul
repertorio italiano secondo
un progetto culturale volto a valorizzarne la ricchezza e la complessità, dal
Belcanto al Verismo. Proseguirà anche il ciclo
di opere di Puccini iniziato nel
maggio 2015 con Turandot, evento inaugurale di Expo e proseguito nel
maggio 2016 con La fanciulla del West.
Un’attenzione particolare
è rivolta alle opere presentate alla Scala in prima assoluta: è il caso de La gazza ladra, tornata alla Scala con
la regia di Gabriele Salvatores a 200 anni dalla prima, e dello stesso Andrea Chénier. Il Maestro Chailly ha intensificato
l’attività con l’Orchestra scaligera creando con i musicisti un sodalizio
artistico sempre più stretto: nel 2017 ha guidato la Filarmonica per la seconda
estate consecutiva in una tournée che ha toccato con successo diverse tappe
europee tra cui il Festival di Lucerna, il debutto ai Proms e al Festival di
Edimburgo e il ritorno alla Philharmonie di Berlino. Dopo l’inaugurazione della
Stagione della Filarmonica della Scala il 6 novembre, il Maestro Chailly è sul
podio del secondo concerto della Stagione Sinfonica del Teatro con la Messa per Rossini - omaggio collettivo
dei compositori italiani al Pesarese nel primo anniversario della sua scomparsa
- che non è mai stata eseguita alla Scala.
Lo spettacolo
Regista
cinematografico e teatrale, Mario
Martone ha avuto un rapporto felice con la Scala e anche con il verismo. Il
debutto avviene nel 2011 con l’accoppiata verista per eccellenza, Pagliacci e Cavalleria rusticana con la direzione di Daniel Harding: uno
spettacolo fortunato ripreso più volte negli anni successivi. Seguono due
titoli verdiani: Luisa Miller diretta
da Gianandrea Noseda nel 2012 e Oberto
conte di San Bonifacio diretta da Riccardo Frizza nel 2013. Nel 2016
Martone incontra Margherita Palli per La
cena delle beffe di Giordano: ne nasce un allestimento originale ed
efficacissimo che sposta la vicenda a Little Italy rispettandone però gli snodi
drammaturgici. Ma l’interesse della presenza di un regista come Martone per Andrea Chénier non risiede unicamente
nelle sue prove nel teatro musicale: la riflessione su speranze e disillusioni,
generosità e tradimenti della rivoluzione attraversa l’affresco cinematografico
Noi credevamo (2010, vincitore del
David di Donatello) che racconta l’ardore mazziniano di un gruppo di ragazzi
del Cilento dagli anni ‘20 dell’’800 fino all’Unità, ma anche la recente regia
teatrale de La morte di Danton di
Büchner (Teatro Stabile di Torino, 2016 - poi in tournée nei principali teatri
italiani). E i temi strettamente interconnessi della gioventù e della
rivoluzione tornano anche nel prossimo film di Martone, Capri-Batterie, ambientato nei circoli intellettuali comunisti che
animavano l’isola negli anni della Grande Guerra. Per
Andrea Chénier Martone manterrà in
pieno l’ambientazione rivoluzionaria, restando semmai cosciente di alcuni
anacronismi introdotti dagli stessi Giordano e Illica, puntando
sull’identificazione psicologica dei personaggi e sottolineando la scansione
temporale dei diversi quadri. Lo spettacolo si darà con un solo intervallo e
cambi scena a vista che permetteranno di passare dal primo al secondo e dal
terzo al quarto quadro senza interruzione. Le scene di Margherita Palli
racconteranno la trasformazione politica attraverso il passaggio da un fastoso
Luigi XV a strutture architettoniche spoglie ed essenziali non prive di un
riferimento a Boullée e Ledoux e all’utopismo neoclassico della fine del XVIII
secolo.
Margherita Palli è un punto di riferimento per la
scenografia italiana. Il suo nome è strettamente legato a quello di Luca
Ronconi, con cui ha firmato alla Scala Donnerstag
aus Licht (1981), Samstag aus Licht
(1984), Oberon (1989), Lodoïska (1991), La damnation de Faust (1995), Tosca
(1997), Ariadne auf Naxos (2000),
Il trittico (2008), L’affare Makropoulos (2009). È al suo
secondo 7 dicembre dopo La vestale,
mentre con Mario Martone ha lavorato per La
cena delle beffe nel 2015. Alla Scala ha realizzato anche la mostra su Luca
Ronconi all’Ansaldo nel 2015 e la mostra su Maria Callas attualmente aperta al
Museo.
I protagonisti
Nato a Baku, in Azerbaijan, nel 1977, Yusif Eyvazov, dopo aver abbandonato la Facoltà di Ingegneria studia canto al locale Conservatorio, ma nel 1997 si trasferisce a perfezionarsi a Milano. Il primo successo internazionale arriva nel 2010 quando canta Cavaradossi in Tosca al Bols’oj. Nel 2013 è Otello al Festival di Ravenna con la regia di Cristina Muti; subito dopo Riccardo Muti lo sceglie come Des Grieux per la nuova produzione di Manon Lescaut all’Opera di Roma con Anna Netrebko nel 2014. È una consacrazione e l’inizio di una storia d’amore: i due artisti si sposano a Vienna nel 2015. Tra i ruoli ricoperti da Eyvazov si segnalano ancora Des Grieux (al Festival di Salisburgo e al Bol’soj), Canio in Pagliacci, Calaf in Turandot (al Metropolitan, al Mariinskij e alla Staatsoper di Vienna con Dudamel), Radamès in Aida (all’Opéra di Parigi, all’Arena di Verona e nel 2017 al Festival di Salisburgo con Muti in alternanza con Francesco Meli), Manrico ne Il trovatore (Unter den Linden con Barenboim, Mariinskij con Gergiev), Maurizio in Adriana Lecouvreur (Mariinskij con Gergiev). In preparazione del debutto scaligero, Eyazov ha debuttato come Chénier a Praga nel gennaio 2017. Tra i prossimi impegni Don Carlo a Mosca, Macbeth a Londra con Pappano, Tosca a Berlino, Il trovatore a Parigi e Adriana a Baden-Baden.
Nato a Baku, in Azerbaijan, nel 1977, Yusif Eyvazov, dopo aver abbandonato la Facoltà di Ingegneria studia canto al locale Conservatorio, ma nel 1997 si trasferisce a perfezionarsi a Milano. Il primo successo internazionale arriva nel 2010 quando canta Cavaradossi in Tosca al Bols’oj. Nel 2013 è Otello al Festival di Ravenna con la regia di Cristina Muti; subito dopo Riccardo Muti lo sceglie come Des Grieux per la nuova produzione di Manon Lescaut all’Opera di Roma con Anna Netrebko nel 2014. È una consacrazione e l’inizio di una storia d’amore: i due artisti si sposano a Vienna nel 2015. Tra i ruoli ricoperti da Eyvazov si segnalano ancora Des Grieux (al Festival di Salisburgo e al Bol’soj), Canio in Pagliacci, Calaf in Turandot (al Metropolitan, al Mariinskij e alla Staatsoper di Vienna con Dudamel), Radamès in Aida (all’Opéra di Parigi, all’Arena di Verona e nel 2017 al Festival di Salisburgo con Muti in alternanza con Francesco Meli), Manrico ne Il trovatore (Unter den Linden con Barenboim, Mariinskij con Gergiev), Maurizio in Adriana Lecouvreur (Mariinskij con Gergiev). In preparazione del debutto scaligero, Eyazov ha debuttato come Chénier a Praga nel gennaio 2017. Tra i prossimi impegni Don Carlo a Mosca, Macbeth a Londra con Pappano, Tosca a Berlino, Il trovatore a Parigi e Adriana a Baden-Baden.
Alla
sua terza inaugurazione scaligera, Anna
Netrebko è ormai di casa al Piermarini. Alla Scala debutta nel 1998 con un
concerto della Filarmonica diretto da Valery Gergiev; sempre Gergiev la dirige
due anni più tardi in Guerra e Pace
di Prokof’ev. Torna quindi come Donna Anna in Don Giovanni diretto da Daniel Barenboim il 7 dicembre 2011, come
Mimì ne La Bohème diretta da Daniele
Rustioni nel 2012, Giovanna d’Arco
per il 7 dicembre 2015 diretta da Riccardo Chailly e come Violetta ne La traviata diretta da Nello Santi nel
2017. Universalmente riconosciuta come il soprano di riferimento dei nostri
anni, ha interpretato un vastissimo repertorio in tutti i teatri del mondo con
i direttori e i registi più prestigiosi. Sempre più vicina al repertorio
verista, ha ottenuto un grande successo personale nell’Aida diretta da Riccardo Muti a Salisburgo la scorsa estate. Tra i
prossimi impegni Tosca al
Metropolitan e a Monaco, La traviata
a Parigi, Macbeth a Londra e Adriana a Baden-Baden.
Grande
attesa circonda il Gérard di Luca Salsi, già trionfatore in questa
parte a Monaco e a Parigi. Ascoltato alla Scala in alcune recite de I
due Foscari con la direzione di Michele Mariotti, il baritono parmense
(è nato a San Secondo) si è rapidamente imposto tra i più acclamati del
panorama internazionale. Ha affrontato i capisaldi del repertorio verdiano con
Riccardo Muti (Ernani, Nabucco e I due Foscari a
Roma, Macbeth a Chicago e Stoccolma, Ernani e Aida a
Salisburgo). Ha recentemente cantato Rigoletto ad Amsterdam con la
regia di Damiano Michieletto e ha debuttato in Tosca all’Opera
di Roma. Tra i prossimi impegni spiccano tre produzioni di seguito al
Metropolitan: Il trovatore, Lucia di Lammermoor e Luisa
Miller, oltre a Un ballo in maschera a Berlino
e Don Carlo a Bologna.
Studi
di pianoforte, debutto a Salisburgo nel 2010 con Riccardo Muti, Annalisa Stroppa è oggi regolarmente
presente nelle stagioni dei maggiori teatri: la ricordiamo come Cherubino ne I due Figaro diretti da Muti a
Salisburgo e Madrid e come Rosina ne Il
barbiere di Siviglia a Roma, Berlino e Tel Aviv. Ha debuttato all’Opéra di
Parigi come Suzuki e alla Staatsoper di Vienna come Dorabella. Alla Scala è
stata Emilia in Otello di Rossini,
Maddalena in Rigoletto ma soprattutto
applauditissima Suzuki nella Butterfly
diretta da Riccardo Chailly lo scorso 7 dicembre, prima di tornare come Fenena
in Nabucco con la direzione di Nello
Santi in ottobre.
La Prima su Rai 1
Il
7 dicembre 2016 la trasmissione di Madama
Butterfly in diretta su Rai 1 ha battuto tutti i record di ascolti per
l’opera lirica sulla televisione italiana con una media di 2.600.000 spettatori
corrispondenti al 13.48% di share medio. La decisione della Rai di trasmettere
la prima scaligera in diretta sulla prima rete è confermata anche per il 2017,
proseguendo una collaborazione che supera i 40 anni; le telecamere della Rai
fecero entrare per la prima volta gli italiani alla prima della Scala il 7
dicembre 1976 per Otello di Verdi con
la direzione di Carlos Kleiber e la regia di Franco Zeffirelli. Da allora la
RAI e il Teatro alla Scala hanno collaborato per far conoscere sempre meglio
agli italiani lo straordinario patrimonio del melodramma. Come ogni anno la Rai
curerà anche le dirette presso il Carcere di San Vittore, in diversi teatri
italiani e nei cinema di tutto il mondo.
La prima diffusa
In
occasione del Sant’Ambrogio 2017 torna il palinsesto di attività di
preparazione della Prima scaligera promosso da Comune di Milano e Edison
insieme al Teatro alla Scala.
Inaugurazione Stagione
d’Opera e Balletto 2017 ~ 2018
3*,
7, 10, 13, 16, 19, 22 dicembre 2017 ~ 2, 5 gennaio 2018
ANDREA CHÉNIER
Dramma di ambiente storico in quattro quadri
Libretto di Luigi Illica
Musica di UMBERTO GIORDANO
(Copyright ed edizione: Casa Musicale Sonzogno di
Piero Ostali, Milano)
Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 28
marzo 1896
Nuova
produzione Teatro alla Scala
Nel
cinquantenario della scomparsa di Victor de Sabata
Direttore RICCARDO CHAILLY
Regia MARIO MARTONE
Scene MARGHERITA PALLI
Costumi URSULA
PATZAK
Luci PASQUALE MARI
Coreografia DANIELA SCHIAVONE
Personaggi e interpreti
Andrea Chénier Yusif
Eyvazov
Maddalena di Coigny Anna
Netrebko
Carlo Gérard Luca Salsi
La mulatta Bersi Annalisa Stroppa
La Contessa di Coigny Mariana Pentcheva
Madelon Judit
Kutasi
Roucher Gabriele Sagona
Pietro Fléville Costantino
Finucci
Fouquier Tinville Gianluca
Breda
Mathieu Francesco
Verna
Un incredibile Carlo
Bosi
L’Abate Manuel
Pierattelli
Schmidt Romano
Dal Zovo
Il maestro di casa/Dumas Riccardo Fassi
Coro, Orchestra e
Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Maestro del Coro BRUNO CASONI
* Anteprima dedicata ai giovani
DATE:
DATE:
Domenica 3 dicembre 2017 ~ ore 18
Anteprima
dedicata ai giovani
LaScala UNDER 30
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
Giovedì 7 dicembre 2017 ~ ore 18
Inaugurazione
della Stagione d’Opera e Balletto 2017 ~ 2018
Prezzi 7 dicembre 2017
Platea - 2.500 euro
Palco - da 2.500 a 500 euro
Galleria - da 350 a 50 euro
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
Domenica 10 dicembre 2017 ore 15 ~
turno C
Mercoledì 13 dicembre 2017 ore 20 ~
turno B
Sabato 16 dicembre 2017 ore 20 ~ turno
E
Martedì 19 dicembre 2017 ore 20 ~
turno A
Venerdì 22 dicembre 2017 ore 20 ~
turno D
Martedì 2 gennaio 2018 ore 20 ~ fuori
abbonamento
Venerdì 5 gennaio 2018 ore 20 ~ turno
N
Prezzi: da
250 a 15 euro
Infotel: 02
72 00 37 44
(comunicato stampa)
N.B.
Per
conoscere il palinsesto di attività di preparazione della Prima scaligera promosso da Comune di Milano e Edison insieme al Teatro alla Scala., guarda QUI