Riccardo Chailly dedica al grande
Maestro la prima di Andrea Chénier mentre dal 12 novembre il Ridotto dei Palchi
ospita la mostra “Victor de Sabata – Una vita per la Scala”
Victor de Sabata, attivo al Teatro
alla Scala dagli anni ’30 e impegnato con diverse cariche alla direzione del
Teatro dal 1949 al 1963, si spegne l’11 dicembre 1967. Il Teatro alla Scala lo
ricorda nel cinquantenario della sua scomparsa dedicandogli la serata di
apertura della nuova Stagione, il 7
dicembre con Andrea Chénier,
mentre dal 12 novembre 2017 al 7 gennaio 2018 il Museo Teatrale allestisce nel
Ridotto dei Palchi la mostra “Victor de Sabata – Una vita per la Scala”, curata
da Franco Pulcini.
Victor de Sabata con Maria Callas © Teatro alla Scala |
La
dedica della serata inaugurale, fortemente voluta dal maestro Riccardo Chailly,
intreccia al tema del cinquantenario della scomparsa del grande direttore
diverse motivazioni. Innanzitutto, fu proprio de Sabata a fondare nel 1951 con I vespri siciliani, protagonista Maria
Callas, la tradizione di collocare la serata di apertura della Stagione nel
giorno di Sant’Ambrogio, patrono di Milano. Si rafforzava ulteriormente
quell’identificazione tra la Scala e Milano che pochi anni prima era stata
sottolineata dalla decisione del Sindaco Antonio Greppi di dare priorità
assoluta alla ricostruzione del Teatro in una città in cui un terzo degli
edifici erano distrutti o lesionati dai bombardamenti.
Inoltre,
il prossimo 7 dicembre andrà in scena Andrea
Chénier di Umberto Giordano, opera di cui de Sabata fu interprete
inarrivabile (esiste una registrazione parziale dell’edizione scaligera del
1949 con Mario del Monaco e Renata Tebaldi). Riccardo Chailly nutre per de
Sabata un interesse e una passione di lunga data, che riguarda il compositore
non meno che il direttore: è del 2012 la sua registrazione per Decca con il
Gewandhaus di Lipsia della suite dal balletto Le mille e una notte.
La
mostra “Victor de Sabata – Una vita per
la Scala”, allestita dal 12 novembre al 7 gennaio presso il Ridotto dei Palchi
– che già ospita un busto del direttore d’orchestra realizzato dallo scultore
Igor Mitoraj – è organizzata dal Museo Teatrale alla Scala e curata dal
Direttore Editoriale del Teatro Franco Pulcini. L’allestimento, progettato da
Valentina Dellavia con il progetto grafico di Emilio Fioravanti, si articola in
14 pannelli che attraverso fotografie e testimonianze provenienti dagli archivi
scaligeri e dall’Archivio Eliana de Sabata ripercorrono la vita di musicista di
Victor de Sabata sia sul fronte della composizione (oltre all’opera Il macigno, presentata alla Scala nel
1917, occorre ricordare almeno i notevoli poemi sinfonici e il già citato
balletto Le mille e una notte) sia sul
fronte della direzione d’orchestra, con particolare riferimento all’attività al
Teatro alla Scala, dove debuttò in concerto nel 1922. De
Sabata ha vissuto in pieno l’età delle grandi voci - Callas, Tebaldi, Corelli,
Del Monaco - e ha dovuto interrompere la sbalorditiva carriera per ragioni di
salute nel 1953, a causa di un infarto durante l’incisione della mitica Tosca
(Callas, Di Stefano, Gobbi, Coro e Orchestra della Scala) che ogni
collezionista conosce.
(Comunicato stampa)