06 marzo 2023

“La gazza ladra”: la trama

©Teatro alla Scala
La gazza ladra
Melodramma in due atti

Musica
Gioachino Rossini (Pesaro, 29 febbraio 1792 – Passy, Parigi, 13 novembre 1868)

Libretto
Giovanni Gherardini (Milano, 27 maggio 1778 – Ivi, 8 gennaio 1861)

Prima rappresentazione
Milano, Teatro alla Scala, 31 maggio 1817

Personaggi
Fabrizio Vingradito (basso)
Lucia (mezzosoprano)
Giannetto (tenore)
Ninetta (soprano)
Fernando Villabella (basso)
Gottardo, potestà (basso)
Pippo (contralto)
Isacco (tenore)
Antonio (tenore)
Giorgio (basso)
Ernesto (basso)
Il pretore (mimo)
Gregorio (mimo)

Contadini e contadine, famigli di Fabrizio

La trama (©Teatro alla Scala: Carlo Toscani, dal programma di sala La gazza ladra - 12 aprile 2017)


Atto I

Il ricco fittavolo Fabrizio Vingradito e sua moglie Lucia preparano i festeggiamenti per accogliere il figlio Giannetto di ritorno dalla guerra. Al loro servizio si trova Ninetta, una ragazza povera, orfana di madre e figlia di un vecchio soldato che si trova ancora in guerra. Nel cortile della fattoria è appesa una gabbia in cui è rinchiusa una gazza. Fabrizio vorrebbe dare Ninetta in sposa al figlio Giannetto, ma Lucia è contraria al fidanzamento dei due giovani e sospetta che la ragazza sia colpevole della sparizione di una forchetta d’argento. Ninetta, rientrando con un panierino di fragole, pensa all’amato Giannetto che tra poco rivedrà. Intanto il merciaiuolo Isacco si annuncia elencando la sua mercanzia. Accompagnato dai contadini festanti arriva Giannetto, che va incontro a Ninetta e l’abbraccia felice. Al termine di un lieto brindisi, il padrone di casa congeda i suoi ospiti. Ninetta rimane sola in casa; d’improvviso entra Fernando, il militare suo padre, che cerca un luogo in cui nascondersi: è fuggito dal carcere, dopo essere stato condannato a morte per un diverbio con un suo superiore. Ninetta, commossa, lo cela alla vista non appena vede arrivare il podestà. Questi conta di trovare la ragazza sola in casa e si ripromette di approfittare di lei, ma scorge in casa Fernando, vestito da mendicante, che finge di dormire. Ninetta cerca di far fuggire il padre; questi, privo di denaro, le consegna una posata e la incarica di venderla, portandogli poi il ricavato nel bosco. Una volta uscito, Fernando assiste dall’esterno alle avances del podestà e rientra, invitandolo a rispettare l’innocenza della ragazza. Il podestà, respinto da Ninetta, promette di vendicarsi. Nel frattempo la gazza esce dalla sua gabbia, ruba una posata e se ne vola via. Arriva Isacco e Ninetta gli vende la posata ricevuta dal padre. Rientrata in casa, Lucia si accorge che dalle posate d’argento manca un cucchiaio. Il podestà, che nel frattempo è ritornato per salutare Giannetto, le insinua il dubbio che qualcuno di casa abbia commesso un furto; al che Ninetta scoppia a piangere, temendo di essere accusata. Quando la ragazza trae di tasca un fazzoletto per asciugare le lacrime, le cade a terra il denaro ricevuto da Isacco. Poiché Ninetta tace, non potendo dare spiegazioni senza tradire il padre, viene convocato come testimone Isacco. Le circostanze accusano la ragazza e subito il podestà ne approfitta per formalizzare l’accusa. Ninetta viene condotta in carcere.

Atto II

Nel vestibolo della prigione il carceriere Antonio, commosso dalla sorte di Ninetta, la fa uscire un attimo dalla cella perché respiri; la ragazza gli chiede di andare a chiamare il giovane contadino Pippo, al quale vorrebbe affidare il denaro che non ha potuto consegnare al padre. Bussa alla porta del carcere Giannetto, che Antonio lascia solo con Ninetta. La ragazza dichiara la sua innocenza e il giovane la invita a ribattere all’accusa, rivelando la provenienza della posata venduta a Isacco. Ma Ninetta non può farlo senza tradire il padre. Rientrata in cella, Ninetta riceve la visita del podestà, che tenta inutilmente di sedurla offrendole la salvezza. Al rifiuto della ragazza, e al rullo dei tamburi che lo chiamano al tribunale, si allontana irritato. Intanto Fernando, ignaro della sorte della figlia, si reca all’appuntamento nel bosco, ma non vi trova nessuno. Chiede allora notizie a Lucia – che ha già iniziato a pentirsi dell’accusa lanciata a Ninetta – e questa lo informa su quanto è accaduto. Nella sala del tribunale il processo si conclude con la condanna a morte di Ninetta. Mentre Giannetto interviene, accennando a un segreto che Ninetta non vuole rivelare, compare Fernando, che offre la sua vita in cambio di quella della figlia; ma il militare viene riconosciuto e arrestato come disertore. Pippo, nel frattempo, ha portato nel luogo dell’appuntamento il denaro per Fernando; mentre sta contando le monete rimaste, la gazza gliene ruba una. Si mette allora a inseguirla insieme ad Antonio e scopre che l’uccello ha nascosto nel campanile della chiesa la posata rubata. I due cercano allora, suonando una campana, di fermare il corteo che sta portando Ninetta al patibolo. La ragazza, di fronte alla prova della sua innocenza, viene liberata; l’esultanza generale è accresciuta dalla notizia che il re ha concesso la grazia a Fernando. Tra acclamazioni festose, Giannetto e Ninetta vengono uniti in matrimonio.