Fra i grandi interpreti del
Novecento, Georges Prêtre è senz’altro quello che per più volte ha
diretto l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Dal debutto nel
1962 con la Quinta Sinfonia di Beethoven, per quasi mezzo secolo è stato
presente nei cartelloni delle stagioni artistiche dell’Accademia esibendosi in
un repertorio vastissimo che comprende tutti i più grandi compositori dal
Settecento al Novecento, conquistando le platee con il fascino raffinato e con
il virtuosismo delle sue esecuzioni.
Accademico Onorario dal 1976,
Prêtre è considerato interprete di riferimento della musica francese, del
sinfonismo austro-tedesco e dei russi, oltre che profondo conoscitore di voci
(Maria Callas lo apprezzava sopra tutti) ed è stato molto attivo in campo
lirico nei più importanti teatri del mondo.
«Dal 1962 fino a quando la salute glielo ha permesso» –
dichiara il Presidente-Sovrintendente dell’Accademia Michele dall’Ongaro – «il
Maestro Prêtre è stato ospite abituale sul podio dell’Accademia di Santa
Cecilia. Proprio nelle ultime settimane stavamo pensando ad un suo possibile
ritorno a Roma, una sua partecipazione al Pipistrellodi Strauss (in
scena in questi giorni) per dirigere una delle “sorprese musicali”. Non
scompare solo un grande musicista, ma una persona di famiglia: un esempio di
fusione tra rigore e fantasia di cui forse testimonianza ultima è la Carmen che
ha diretto nel 2005 e che il pubblico di Santa Cecilia ricorda ancora».
L’ultima presenza nei concerti dell’Accademia risale
al 2010 quando ha diretto l’Orchestra ceciliana nelle Sinfonie n. 3 e n. 4 di
Brahms.
L’Accademia di Santa Cecilia dedicherà il prossimo
concerto con Antonio Pappano e Radu Lupu (12, 13 e 14 gennaio) alla memoria del
Maestro appena scomparso.
(comunicato
stampa)