09 gennaio 2017

Andrea Mastroni presenta il videoclip “Erlkönig”

Il basso italiano presenta in un breve video questo popolare Lied di Schubert, mostrando il suo particolare punto di vista di questo gioiello del romanticismo

©Andrea Mastroni

«Ho scelto di cantare grazie alla musica di Schubert. Interpretare i suoi capolavori significa affrontare un conflitto che ti insegue a ogni frase musicale. È affascinante». Andrea Mastroni






Si tratta di uno dei Lieder più popolari di Franz Schubert, quasi una piccola scena operistica per la sua forza drammatica. Il basso italiano Andrea Mastroni, innamorato delle opere musicali di Franz Schubert, ha registrato a marzo 2016 un videoclip di Erlkönig per mostrare il suo particolare punto di vista di questo gioiello schubertiano con la complicità del regista Nicola Garzetti, del pianista Mattia Ometto e dell’attore Salvatore Aversano. «L’idea è esattamente quella del videoclip pop, traslato su un’opera di Schubert. Un esperimento che ci ha resi molto soddisfatti». Mastroni confessa che la sua carriera nel mondo del canto – dopo la sua formazione come filosofo e clarinettista – deve molto al compositore tedesco.

Schubert ha creato una scuola – in tutto il mondo si organizzano “Schubertiadi” che programmano le sue opere – con molti seguaci. I più di 600 Lieder  che ha composto durante la sua vita – a cui si sommano anche le sue opere – riflettono un modo di vivere la vita tipica del Romanticismo. «Se si fa una piccola ricerca in qualsiasi periodo dei suoi Lieder, – continua Andrea Mastroni – si trova almeno una di queste canzoni in cui i problemi vitali ti inseguono. Erlkönig é teatralità allo stato puro, elettricità narrativa all’ennesima potenza, perché è molto moderno. Da qui è nata la “tentazione” di tradurre questo Lied in un linguaggio attuale, audiovisivo»  Ho scelto di volermi calare nelle diverse voci dei personaggi di questa fiaba di tradizione tedesca e l’esperienza artistica è stata travolgente. Lavorare con il videomaker Nicola Garzetti ci ha permesso di immergerci in un’atmosfera indefinita tra il barocco e il gotico. Il risultato ne è stato una sintesi forte tra linguaggi di arti differenti per dire l’infernale cavalcata delle pagine schubertiane».


(comunicato stampa)