19 ottobre 2015

“27dollari”: dal Microcredito alla lirica

Un’opera multimediale per confinare la fame nei musei, un omaggio al sogno di Muhammad Yunus (Premio Nobel per la pace) e ispirato al suo primo libro “Banker to the Poor”

Può un progetto economico e umanitario teso a salvare una popolazione allo stremo delle forze divenire soggetto per un’opera lirica? In altri termini, può un’operazione che ha a che fare con cifre, numeri, povertà e indigenza tradursi in suoni, melodie ed arie in grado di emozionare un pubblico in ascolto? 

È questa la domanda che più di ogni altra ha dovuto trovare risposta in 27dollari, un’opera lirica che la compositrice Paola Samoggia (nella foto con il Prof. Muhammad Yunus) ha messo a punto nel corso di quasi cinque anni, ispirandosi al progetto di microcredito di Muhammad Yunus, Premio Nobel per la pace 2006. 


Per realizzare tutto questo è stata necessaria una lunga fase di lavoro con Rita Forlani, che ha saputo tradurre il libro di Yunus (in Italia intitolato “Il banchiere dei poveri”) in un testo versatile e comunicativo che non lascia spazio alla retorica.

27 dollari: il titolo
“27 dollari: il prezzo della vita di 42 famiglie / 27 dollars: the value-price of 42 families’ lives” dal libretto di Rita Forlani

Il primo villaggio in cui Yunus iniziò a cercare informazioni evidenziò dei numeri sconcertanti: con soli 27$ avrebbe tolto dalla fame 42 famiglie.

(dal libro) “ [...] Finora Sufia aveva lavorato quasi gratis. Si trattava innegabilmente di una forma di schiavitù....mi sembrava che quello stato non potesse cambiare se Sufia non trovava i cinque taka per cominciare. Disponendo di un credito iniziale avrebbe potuto vendere i prodotti sul libero mercato, ottenendo un margine di guadagno decisamente più alto. Il giorno dopo feci venire Maimuna, una studentessa che raccoglieva dati per me, e le chiesi di aiutarmi a compilare un elenco di tutte le persone di Jobra che, come Sufia, ricorrevano ai prestiti dei commercianti, vedendosi così espropriati i frutti del loro lavoro. Dopo una settimana l'elenco era pronto: conteneva 42 nomi di persone per un prestito totale di 856 taka, val e a dire meno di ventisette dollari."

27 dollari: la storia
Bangladesh, 2080. Una Giovane manager affronta la nonna, capostipite dell’impresa di famiglia, perché le nega i fondi necessari a speculare in affari altamente lucrativi, mentre destina cifre cospicue ad “imprese sociali” che non fruttano alcun beneficio, cosa che la ragazza considera inutile ed obsoleta dato che la povertá é solo un ricordo del passato. L’anziana le propone di concederle ció che chiede solo se accetterà di ricordare l’origine del microcredito, grazie al quale fu debellata la “piaga sociale”, visitando il Museo della Povertá, dove grazie ad un sistema interattivo rivivrá la Storia sulla sua pelle.
Attraverso le parole delle “statue” del museo, rappresentanti l’Uomo che inventó il nuovo sistema bancario e uno dei gruppi di 5 donne usufruttuarie del microcredito, la ragazza ripercorrerá le fasi iniziali di Grameen Bank, assumendo il ruolo di intermediaria che all’epoca svolsero le assistenti di Yunus: conoscerá le ragioni che lo spinsero ad agire, i problemi con strozzini e creditori, le difficoltá poste dagli istituti di credito, le opposizioni dei capi religiosi e dei mariti, le principali caratteristiche del microcredito, fino ad uno scontro finale tra il gruppo delle donne e quello degli avversatori, in cui alle critiche di questi viene opposto il “decalogo delle 16 regole” ed i piú evidenti risultati che nel tempo hanno dimostrato l’efficacia del nuovo sistema, ad esempio dei quali l’Uomo porta proprio la ragazza. La giovane resta sconvolta da questa incursione del passato nel presente, ma la mendicante del gruppo di donne si scopre rivelandosi come sua bisnonna, e le spiega che quella che ha appena rivissuto é la storia della sua famiglia, la cui fortuna ebbe origine proprio da una delle prime “donne del telefono”: ora che conosce entrambe le facce della medaglia, sta a lei scegliere da che parte stare.

27 dollari: il libro/the book
Il banchiere dei poveri/ Banker to the poor
Muhammad Yunus
ed Universale Economica Feltrinelli

Muhammad Yunus vive in uno dei paesi più poveri del mondo. Ad arginare gli effetti devastanti delle calamità naturali, della malnutrizione, della povertà strutturale, dell'analfabetismo e della alta densità di popolazione, in Bangladesh, non sono bastati i trenta miliardi di dollari degli aiuti internazionali. E' difficile quindi immaginare che l'Occidente abbia qualcosa da imparare da questo paese. Eppure, è nata qui la Grameen Bank e con essa un'idea per far sparire la povertà dalla faccia della terra. Il professor Yunus ha trovato il modo, accordando minuscoli prestiti ai diseredati della terra, di fornire al 10% della popolazione bengalese gli strumenti per uscire dalla miseria, e di trasferire poi la sperimentazione del microcredito dal Terzo mondo ai poveri di altri paesi. La banca presta denaro, a tassi bonificati, solo ai poverissimi: in questo modo coloro che non potevano ottenere prestiti dai tradizionali istituti di credito (e sono in maggioranza donne) vengono messi nella condizione di affrancarsi dall'usura, di allargare la propria base economica e di prendere in mano il proprio destino.
(dalla copertina del libro)

27 dollari: la fine della povertà diventa musica lirica
Molti compositori si stanno interrogando su come “attualizzare” l’opera lirica, una forma espressiva molto importante della nostra tradizione musicale ma che ha un po' esaurito, nella sua forma tradizionale, le sue possibilità. Oggi la musica elettronica e il multimediale rendono più semplice avvicinare il pubblico anche a temi socialmente impegnativi utilizzando il canto e possibilità scenografiche assai comunicative. Una buona scenografia multimediale, con suoni ed immagini ben congegnati, può coinvolgere molto bene il pubblico mescolando efficacemente ambientazioni storiche, salti temporali, testi, immagini di repertorio ecc. Da un punto di vista squisitamente musicale, poi, combinare l’elettronica con gli strumenti acustici tradizionali offre possibilità articolate anche con piccoli organici, che meglio si prestano alla logistica, ai budget e ai temi sociali.

La delicata fase di “traduzione” del progetto musicale in una opera mutimediale è avvenuta con la collaborazione di Carlo Magrì con il quale, oltre dieci anni fa abbiamo creato Imagem, una società che sviluppa varie espressioni multimediali. Le sue grandi qualità di esperto in computer grafica ed ottimo musicista hanno reso possibile la realizzazione di questo prodotto pensato anche per il web. Il nostro intento è di riuscire ad aiutare la conoscenza e la veicolazione di un importante messaggio, senza dovere per forza ricorrere ad allestimenti tradizionalmente sfarzosi ed utilizzando un media rapido ed efficace come internet.

(Testo tratto dal sito 27dollari)