Elektra
Tragedia in
un atto
Musica
Richard
Strauss (Monaco di Baviera, 11 giugno 1864 – Garmisch-Partenkirchen, 8
settembre 1949)
Libretto
Hugo von
Hofmannsthal (Landstraße, 1° febbraio 1874 – Vienna, 15 luglio 1929)
Prima
rappresentazione
Dresda,
Königliches Opernhaus, 25 gennaio 1909
Personaggi
Elektra,
soprano
Klytämnestra,
mezzosoprano
Chrysotemis,
soprano
Aegisthus,
tenore,
Orestes, baritono
L’aio di
Orestes, basso
La
confidente, soprano,
L’ancella
dello strascico, soprano
Il servo
giovane, tenore
Il servo
vecchio, basso,
La
sorvegliante, soprano
Cinque ancelle
(2 soprano, 2 mezzosoprano, contralto)
Servi e
serve
Soggetto (@teatroallascala.org)
Corte interna nel palazzo di Micene
È sera. Le ancelle di palazzo deplorano la folle condotta di Elettra, figlia della regina Clitennestra. Divorata dall’odio, ella suole aggirarsi furtiva per la corte, ululando come i cani con i quali la madre e il di lei amante Egisto l’hanno condannata a vivere, dopo avere trucidato suo padre Agamennone. Soltanto una giovanissima ancella prova pietà per la sua sorte sventurata. Elettra appare. La giovane, ossessionata dal ricordo della morte del padre, attende da tempo il ritorno del fratello Oreste: egli vendicherà con l’uccisione di Clitennestra ed Egisto l’omicidio di Agamennone. La sorella minore Crisotemide, al contrario, certa che Oreste non farà più ritorno in Micene, esorta Elettra alla fuga: ha udito, infatti, Clitennestra ed Egisto, timorosi del sentimento di vendetta che Elettra nutre nei loro confronti, condannare la sorella a essere rinchiusa in una buia torre. Ma Elettra violentemente rifiuta, scaccia Crisotemide e si appresta a incontrare la madre. Clitennestra è angosciata da un incubo ricorrente: nel sonno ella ha visto il figlio Oreste che si avventava su di lei. Terrorizzata da tale visione, la regina dispone continui sacrifici, si aggira per il palazzo carica di amuleti e ora non esita a chiedere alla figlia un rimedio per l’orrore che turba le sue notti. Elettra risponde misteriosamente che la quiete tornerà allorché una donna sarà colpita a morte da un uomo. Svela quindi alla madre il terribile mistero: è lei che presto dovrà cadere sotto i colpi mortali del figlio. Il dialogo tra le due donne è interrotto da un’ancella che annuncia a Clitennestra la morte di Oreste: due messaggeri stranieri stanno giungendo a palazzo per recarne la prova. Mentre un servo parte per avvisare Egisto, Elettra, dopo avere vanamente implorato l’aiuto della sorella – promettendole di esserle fedele compagna, in cambio della sua collaborazione – risolve di agire sola; ma il primo messaggero interrompe i preparativi di vendetta. In realtà, questi è Oreste che, sotto mentite spoglie, è giunto in Micene a vendicare la morte del padre. Dopo un iniziale indugio, Elettra e il fratello si riconoscono; il sopraggiungere del secondo messaggero – il precettore di Oreste – ricorda tuttavia a entrambi che il tempo per la vendetta incalza. Il giovane entra nella reggia e colpisce a morte la madre. Le ancelle, subito accorse, si ritirano intimorite all’arrivo di Egisto. Questi è accolto da Elettra, che, dichiarandogli subdolamente la propria obbedienza, lo sospinge danzando nel palazzo. Senza via di scampo, anch’egli cade sotto i colpi di Oreste. La vendetta è compiuta. Il popolo acclama gioioso il liberatore, mentre Elettra, in preda al delirio, muove alcuni passi di danza; poi cade a terra tramortita. Crisotemide invoca il nome del fratello.
A.B.