Da giovedì 12 a domenica 15 febbraio, il pianista
israelo-statunitense, per la prima volta all’Auditorium di Milano, sarà
protagonista del 21° appuntamento della Stagione. Sul podio, Otto Tausk; in
programma musiche di Prokof’ev e Mozart
(Foto: Marco Borggreve) |
Il
21° programma della Stagione principale de laVerdi
propone una parte sinfonica dedicata a Prokof’ev e una concertistica nel segno
di Mozart.
Due deliziosi camei del compositore russo – L’amore delle tre melarance e la Suite n. 2 dal balletto Romeo
e Giulietta – faranno da scrigno all’esecuzione del popolarissimo Concerto per pianoforte e orchestra n. 21 K 467
del salisburghese, affidata alla star internazionale israelo-statunitense Shai Wosner, al debutto con laVerdi. Per l’occasione,
torna alla guida dell’Orchestra Sinfonica
di Milano Giuseppe Verdi, dopo due anni, la bacchetta dell’olandese Otto Tausk. Appuntamento dunque, giovedì 12 alle ore 20.30, venerdì
13 alle ore 20.00 e domenica 15 febbraio alle ore 16.00 all’Auditorium di Milano in largo Mahler.
Giovedì 12, sempre in
Auditorium (Foyer della Balconata, ore
18.30, ingresso libero), i musicologi Enzo
Beacco e Fausto Malcovati
terranno la conferenza di introduzione a Prokof’ev
teatrale, per il ciclo Storia della musica russa.
In
occasione della commemorazione del Giorno
del Ricordo delle vittime delle
foibe (10 febbraio) e della Giornata
Mondiale della Radio (13 febbraio), laVerdi ringrazia la partecipazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e
Dalmazia, del Movimento Nazionale
Istria Fiume Dalmazia, dell’A.I.R.E.
(Associazione Italiana per la Radio d’Epoca).
Programma
La
reazione dei grandi musicisti alla fine della Grande guerra è molto varia. Per
alcuni reduci dal dissolvimento dell’impero austro-ungarico, come Korngold e
Janacek, resta l’incubo della tragedia appena consumata. Per altri è pura
liberazione, come nel caso del beffardo Milhaud del microballetto Le boeuf sur
le toit. Per altri ancora, e sono i più, è un invito a reinventare un passato
settecentesco, immaginato limpido e senza problemi. Ecco Stravinskij che
riscrive Pergolesi e Ravel che ritrova Couperin. Così fa anche il trentenne
Prokof’ev, uscito da una Russia in fiamme e approdato al compunto capitalismo
di Chicago con un’opera che porta in scena una bizzarra commedia
dell’illuminista italiano Carlo Gozzi. Si chiude il suo periodo iconoclasta e
percussivo degli anni anteguerra e si apre l’assimilazione dello spirito
“occidentale” che segnerà la sua residenza nella Parigi degli anni Venti. Un
altro salto stilistico, Prokof’ev è obbligato a compiere quando rientra in
Unione sovietica nel 1936 e si mette al servizio dei programmi di educazione
musicale e civile propagandati da Stalin. Scrive colonne sonore per film
d’autore, cantate celebrative, fiabe per bambini; stando attento a inventare
melodie cantabili e armonie più soffici. Sa che al grande dittatore e alla sua
cerchia piacciono i balletto e produce un capolavoro fuori dal tempo, non
d’avanguardia, forse neo-romantico come Romeo
e Giulietta. Il successo si propaga fuori dai confini dell’URSS e a suo
modo contagia i colleghi sovietici, dal più anziano e anzi maestro Nikolaj
Miaskovskij ai circa coetanei Dmitri Šostakovič e Aram Khachaturian. Prokof’ev
crea così un’oasi di lirismo, che nulla presagisce del tremendo giro di vite
che si abbatterà da quell’anno sulla società civile sovietica. E neppure del
prossimo secondo conflitto, che colpirà il mondo intero. E che forse intuiscono
lo straniato lirismo del Concerto per violino di Alban Berg e le allucinate
geometrie di Musica per archi, celesta e percussione di Bela Bartók. Tutt’altri
intorni ha il Concerto K 467 che apre la serie di ultimi concerti per
pianoforte e orchestra di Mozart proposti nella nostra stagione. Siamo nel
1785, anno felice e denso di ogni soddisfazione, ricco di capolavori immortali,
che oscurano qualunque concorrenza, compresa quella di Haydn, di Cimarosa e (si
direbbe: ovviamente) di Salieri. Prima che la nobiltà viennese volti le spalle
a Mozart, offesa per l’irriverenza delle Nozze
di Figaro e sgomenta per la rivoluzione di Don Giovanni. Enzo Beacco
Che si tratti di Šostakovič o di un brano di un
autore contemporaneo, come il suo connazionale Michel van der Aa, la passione,
l’abilità e il dinamismo con cui Otto
Tausk dirige un’orchestra, sinfonica o da camera, rendono sempre il
concerto una esperienza musicale entusiasmante. Dalla stagione 2012/13 Otto
Tausk assume la carica di Direttore Musicale della Orchestra Sinfonica e Teatro
dell’Opera di San Gallo, con la quale ha diretto una serie opere liriche, tra
cui La Forza del Destino e Ariadne auf Naxos, oltre a vari concerti sinfonici. Tra
gli impegni dell’ultimo biennio vi sono
concerti con Royal Concertgebouw Orchestra, Los Angeles Philharmonic, Orchestre
Philharmonique de Strasbourg, BBC Scottish, Netherlands Philharmonic, Brabants
Orkest, Netherlands Radio, Gelders Orkest, Radio Kamer Filharmonie, Residentie
Orkest, Rotterdams Philharmonisch Orkest, de Filharmonie van Vlaanderen, Bremen
Philharmonic, Nordwestdeutsche Philharmonie, Norrköpings Symfoniorkester,
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, Auckland Philharmonia, Adelaide
Symphony e West Australian Symphony Orchestra. Dirige regolarmente musica
contemporanea collaborando con Asko Ensemble, Nieuw Ensemble, De Volharding,
Maarten Altena Ensemble, MusikFabrik für Neue Musik. Nel giugno del 2006 ha
debuttato con la Nederlandse Opera dirigendo una nuova opera di Michel van der
Aa, After Life, che ha anche inaugurato l’Holland Festival. Nel 2010 ha diretto
quest’opera al Barbican Centre di Londra e all’Opéra di Lione. Ha lavorato a
stretto contatto con Valery Gergiev, di cui è stato assistente alla Rotterdam
Philharmonic Orchestra nel periodo 2004-2006, quando ha inoltre diretto la
Rotterdam Philharmonic e l’Orchestra del Mariinskij Theatre. Nel 2011 ha
ricevuto il premio “de Olifant” per il suo contributo alle arti in Olanda, in
particolare il suo intenso lavoro con la Holland Symfonia della quale è stato
Direttore Musicale dal 2007 al 2012. Olandese
di Utrecht, ha studiato violino con Viktor Liberman e Istvan Parkanyi e
direzione d’orchestra con Jurjen Hempel, Kenneth Montgomery e successivamente
con Jonas Aleksa al Vilnius Conservatoire. Ha ricevuto il premio “Banca Monte
dei Paschi di Siena”, riservato al miglior allievo del Corso di Direzione
d’Orchestra dell’Accademia Chigiana. La stagione 2014/15 lo vede protagonista a
San Gallo nella conduzione di produzioni quali Die Entfürung aus dem Serail, oltre al
debutto svizzero di Written on Skin di George Benjamin. Sul “fronte”
concertistico, dirige concerti che vedono la presenza nei ruoli solistici, tra
gli altri, di Frank Peter Zimmermann, Paul Lewis e Nareh Arghamanyan. La
stagione lo vedrà continuare i sodalizi con
la Netherlands Radio Philharmonic nell’esecuzione della ‘Sinfonia’ di
Berio, BBC Scottish Symphony, laVerdi, la National Philharmonic Orchestra of
Russia, Moscow, oltre ai debutti con Stuttgart Philharmonic, SWR Stuttgart and
Baden-Baden, e l’Orquestra Sinfónica do Por-to Casa da Musica. Come popolare
conductor nell’emisfero australe, Tausk ritorna nella primavera 2015 alla guida
della Tasmania Symphony Orchestra e della West Australian Symphony Orchestra
where future engagements are planned in Spring 2015.
Shai Wosner è una delle
personalità più interessanti tra gli interpreti della nuova generazione,
apprezzato per la sua raffinata musicalità,
il brillante virtuosismo e la curiosità intellettuale. Il suo vasto
repertorio spazia da Mozart a Ligeti
fino ai contemporanei. Vincitore
dell’Avery Fisher Career Grant, è stato New Generation Artist dalla BBC e in
questa veste ha tenuto recital, concerti cameristici ed orchestrali con le
orchestre BBC. Ha partecipato ai Proms di Londra con un doppio appuntamento,
alla Royal Albert Hall con la BBC Scottish Symphony Orchestra e alla Cadogan
Halle. Wosner ha ricevuto il Borletti-Buitoni Trust Award che gli ha consentito
di commissionare a Michael Hersch un concerto per pianoforte, 'Along the
Ravines', eseguito in prima mondiale a maggio 2012 con la Seattle Symphony
diretta da Gerard Schwartz. Ha suonato come solista con le più prestigiose
orchestre, tra cui Los Angeles Philharmonic, Chicago Symphony, Cleveland
Orcheastra, National Arts Centre Orchestra, Philadelphia Orchestra, le
orchestre sinfoniche di Baltimore,
Indianapolis, San Francisco, Atlanta, Dallas, Milwaukee, Columbus e Memphis,
Saint Paul Chamber Orchestra, Orpheus Chamber Orchestra, Chamber Orchestra of
Philadelphia, BBC Philharmonic, Staatskapelle Berlin, Hamburger Symphoniker,
Gothenburg Symphony, Barcelona Symphony, Bournemouth Symphony, Frankfurt Radio
Symphony e l'Orchestre National de Belgique. Nel 2006 ha debuttato con i Wiener
Philharmoniker a Salisburgo nell'ambito delle celebrazioni mozartiane. Recenti
impegni includono inoltre recital solistici alla Wigmore Hall, concerti in duo
con la violinista Veronika Eberle, il violoncellista Ralph Kirshbaum e concerti
cameristici con il Quartetto Miró. Shai Wosner è un raffinato interprete di
musica da camera. Ha collaborato con artisti quali Pinchas Zukerman, Lynn
Harrell, Cho-Liang Lin, Christian Tetzlaff, il Quartetto di Tokyo e il
Quartetto Parker. E' membro del Lincoln's Center's Chamber Music Society Two e
suona regolarmente in festival di musica da camera come Chamber Music Northwest
a Portland e La Jolla's SummerFest. E' stato invitato a suonare per Ravinia
Festival, Hollywood Bowl, Mostly Mozart, Grand Teton Music Festival, e Bravo! Vail
Valley Music Festival. Ha recentemente suonato con i membri della New York
Philharmonic all'Avery Fisher Hall ed eseguito il concerto di Mozart per tre
pianoforti assieme a Joseph Kalichstein e Alon Goldstein con la New York String
Orchestra e la direzione di Jaime Laredo alla Carnegie Hall. Wosner è stato
considerato uno più fini interpreti schubertiani, autore a cui ha dedicato le
sue ultime incisioni discografiche. Nel 2011 ha pubblicato per Onix un cd con
opere di Brahms e Schoenberg in cui esplora le connessioni profonde del
linguaggio musicale dei due autori. Nato in Israele nel 1976, ha studiato
pianoforte con Emanuel Krasovsky e composizione e improvvisazione con André
Hajdu. Ha proseguito gli studi alla Juilliard School con Emanuel Ax. Vive a New
York City con la moglie e due figli.
Biglietti euro 35,00/15,00
Per informazioni e prenotazioni:
Auditorium
di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30
– 19.00, tel. 02.83389401/2/3; biglietteria via Clerici 3 (Cordusio), orari apertura: lun – ven ore 10.00 – 19.00, sab ore 14.00 – 19.00,
tel. 02.83389.334 www.laverdi.org
(comunicato
stampa)