11 febbraio 2015

Shai Wosner al debutto con “laVerdi”

Da giovedì 12 a domenica 15 febbraio, il pianista israelo-statunitense, per la prima volta all’Auditorium di Milano, sarà protagonista del 21° appuntamento della Stagione. Sul podio, Otto Tausk; in programma musiche di Prokof’ev e Mozart

(Foto: Marco Borggreve)

Il 21° programma della Stagione principale de laVerdi propone una parte sinfonica dedicata a Prokof’ev e una concertistica nel segno di Mozart. 


Due deliziosi camei del compositore russo – L’amore delle tre melarance e la Suite n. 2 dal balletto Romeo e Giulietta – faranno da scrigno all’esecuzione del popolarissimo Concerto per pianoforte e orchestra n. 21 K 467 del salisburghese, affidata alla star internazionale israelo-statunitense Shai Wosner,  al debutto con laVerdi. Per l’occasione, torna alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, dopo due anni, la bacchetta dell’olandese Otto Tausk. Appuntamento dunque, giovedì 12 alle ore 20.30, venerdì 13 alle ore 20.00 e domenica 15 febbraio alle ore 16.00 all’Auditorium di Milano in largo Mahler.  

Giovedì 12, sempre in Auditorium (Foyer della Balconata, ore 18.30, ingresso libero), i musicologi Enzo Beacco e Fausto Malcovati terranno la conferenza di introduzione a Prokof’ev teatrale, per il ciclo Storia della musica russa.

In occasione della commemorazione del Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe (10 febbraio) e della Giornata Mondiale della Radio (13 febbraio), laVerdi ringrazia la partecipazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, del Movimento Nazionale Istria Fiume Dalmazia, dell’A.I.R.E. (Associazione Italiana per la Radio d’Epoca).


Programma
La reazione dei grandi musicisti alla fine della Grande guerra è molto varia. Per alcuni reduci dal dissolvimento dell’impero austro-ungarico, come Korngold e Janacek, resta l’incubo della tragedia appena consumata. Per altri è pura liberazione, come nel caso del beffardo Milhaud del microballetto Le boeuf sur le toit. Per altri ancora, e sono i più, è un invito a reinventare un passato settecentesco, immaginato limpido e senza problemi. Ecco Stravinskij che riscrive Pergolesi e Ravel che ritrova Couperin. Così fa anche il trentenne Prokof’ev, uscito da una Russia in fiamme e approdato al compunto capitalismo di Chicago con un’opera che porta in scena una bizzarra commedia dell’illuminista italiano Carlo Gozzi. Si chiude il suo periodo iconoclasta e percussivo degli anni anteguerra e si apre l’assimilazione dello spirito “occidentale” che segnerà la sua residenza nella Parigi degli anni Venti. Un altro salto stilistico, Prokof’ev è obbligato a compiere quando rientra in Unione sovietica nel 1936 e si mette al servizio dei programmi di educazione musicale e civile propagandati da Stalin. Scrive colonne sonore per film d’autore, cantate celebrative, fiabe per bambini; stando attento a inventare melodie cantabili e armonie più soffici. Sa che al grande dittatore e alla sua cerchia piacciono i balletto e produce un capolavoro fuori dal tempo, non d’avanguardia, forse neo-romantico come Romeo e Giulietta. Il successo si propaga fuori dai confini dell’URSS e a suo modo contagia i colleghi sovietici, dal più anziano e anzi maestro Nikolaj Miaskovskij ai circa coetanei Dmitri Šostakovič e Aram Khachaturian. Prokof’ev crea così un’oasi di lirismo, che nulla presagisce del tremendo giro di vite che si abbatterà da quell’anno sulla società civile sovietica. E neppure del prossimo secondo conflitto, che colpirà il mondo intero. E che forse intuiscono lo straniato lirismo del Concerto per violino di Alban Berg e le allucinate geometrie di Musica per archi, celesta e percussione di Bela Bartók. Tutt’altri intorni ha il Concerto K 467 che apre la serie di ultimi concerti per pianoforte e orchestra di Mozart proposti nella nostra stagione. Siamo nel 1785, anno felice e denso di ogni soddisfazione, ricco di capolavori immortali, che oscurano qualunque concorrenza, compresa quella di Haydn, di Cimarosa e (si direbbe: ovviamente) di Salieri. Prima che la nobiltà viennese volti le spalle a Mozart, offesa per l’irriverenza delle Nozze di Figaro e sgomenta per la rivoluzione di Don Giovanni. Enzo Beacco

Che si tratti di Šostakovič o di un brano di un autore contemporaneo, come il suo connazionale Michel van der Aa, la passione, l’abilità e il dinamismo con cui Otto Tausk dirige un’orchestra, sinfonica o da camera, rendono sempre il concerto una esperienza musicale entusiasmante. Dalla stagione 2012/13 Otto Tausk assume la carica di Direttore Musicale della Orchestra Sinfonica e Teatro dell’Opera di San Gallo, con la quale ha diretto una serie opere liriche, tra cui La Forza del Destino e Ariadne auf Naxos, oltre a vari concerti sinfonici. Tra gli  impegni dell’ultimo biennio vi sono concerti con Royal Concertgebouw Orchestra, Los Angeles Philharmonic, Orchestre Philharmonique de Strasbourg, BBC Scottish, Netherlands Philharmonic, Brabants Orkest, Netherlands Radio, Gelders Orkest, Radio Kamer Filharmonie, Residentie Orkest, Rotterdams Philharmonisch Orkest, de Filharmonie van Vlaanderen, Bremen Philharmonic, Nordwestdeutsche Philharmonie, Norrköpings Symfoniorkester, Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, Auckland Philharmonia, Adelaide Symphony e West Australian Symphony Orchestra. Dirige regolarmente musica contemporanea collaborando con Asko Ensemble, Nieuw Ensemble, De Volharding, Maarten Altena Ensemble, MusikFabrik für Neue Musik. Nel giugno del 2006 ha debuttato con la Nederlandse Opera dirigendo una nuova opera di Michel van der Aa, After Life, che ha anche inaugurato l’Holland Festival. Nel 2010 ha diretto quest’opera al Barbican Centre di Londra e all’Opéra di Lione. Ha lavorato a stretto contatto con Valery Gergiev, di cui è stato assistente alla Rotterdam Philharmonic Orchestra nel periodo 2004-2006, quando ha inoltre diretto la Rotterdam Philharmonic e l’Orchestra del Mariinskij Theatre. Nel 2011 ha ricevuto il premio “de Olifant” per il suo contributo alle arti in Olanda, in particolare il suo intenso lavoro con la Holland Symfonia della quale è stato Direttore Musicale dal 2007 al 2012.  Olandese di Utrecht, ha studiato violino con Viktor Liberman e Istvan Parkanyi e direzione d’orchestra con Jurjen Hempel, Kenneth Montgomery e successivamente con Jonas Aleksa al Vilnius Conservatoire. Ha ricevuto il premio “Banca Monte dei Paschi di Siena”, riservato al miglior allievo del Corso di Direzione d’Orchestra dell’Accademia Chigiana. La stagione 2014/15 lo vede protagonista a San Gallo nella conduzione di produzioni quali Die Entfürung aus dem Serail, oltre al debutto svizzero di Written on Skin di George Benjamin. Sul “fronte” concertistico, dirige concerti che vedono la presenza nei ruoli solistici, tra gli altri, di Frank Peter Zimmermann, Paul Lewis e Nareh Arghamanyan. La stagione lo vedrà continuare i sodalizi con  la Netherlands Radio Philharmonic nell’esecuzione della ‘Sinfonia’ di Berio, BBC Scottish Symphony, laVerdi, la National Philharmonic Orchestra of Russia, Moscow, oltre ai debutti con Stuttgart Philharmonic, SWR Stuttgart and Baden-Baden, e l’Orquestra Sinfónica do Por-to Casa da Musica. Come popolare conductor nell’emisfero australe, Tausk ritorna nella primavera 2015 alla guida della Tasmania Symphony Orchestra e della West Australian Symphony Orchestra where future engagements are planned in Spring 2015.

Shai Wosner è una delle personalità più interessanti tra gli interpreti della nuova generazione, apprezzato per la sua raffinata musicalità,  il brillante virtuosismo e la curiosità intellettuale. Il suo vasto repertorio spazia da Mozart a Ligeti  fino ai  contemporanei. Vincitore dell’Avery Fisher Career Grant, è stato New Generation Artist dalla BBC e in questa veste ha tenuto recital, concerti cameristici ed orchestrali con le orchestre BBC. Ha partecipato ai Proms di Londra con un doppio appuntamento, alla Royal Albert Hall con la BBC Scottish Symphony Orchestra e alla Cadogan Halle. Wosner ha ricevuto il Borletti-Buitoni Trust Award che gli ha consentito di commissionare a Michael Hersch un concerto per pianoforte, 'Along the Ravines', eseguito in prima mondiale a maggio 2012 con la Seattle Symphony diretta da Gerard Schwartz. Ha suonato come solista con le più prestigiose orchestre, tra cui Los Angeles Philharmonic, Chicago Symphony, Cleveland Orcheastra, National Arts Centre Orchestra, Philadelphia Orchestra, le orchestre sinfoniche di  Baltimore, Indianapolis, San Francisco, Atlanta, Dallas, Milwaukee, Columbus e Memphis, Saint Paul Chamber Orchestra, Orpheus Chamber Orchestra, Chamber Orchestra of Philadelphia, BBC Philharmonic, Staatskapelle Berlin, Hamburger Symphoniker, Gothenburg Symphony, Barcelona Symphony, Bournemouth Symphony, Frankfurt Radio Symphony e l'Orchestre National de Belgique. Nel 2006 ha debuttato con i Wiener Philharmoniker a Salisburgo nell'ambito delle celebrazioni mozartiane. Recenti impegni includono inoltre recital solistici alla Wigmore Hall, concerti in duo con la violinista Veronika Eberle, il violoncellista Ralph Kirshbaum e concerti cameristici con il Quartetto Miró. Shai Wosner è un raffinato interprete di musica da camera. Ha collaborato con artisti quali Pinchas Zukerman, Lynn Harrell, Cho-Liang Lin, Christian Tetzlaff, il Quartetto di Tokyo e il Quartetto Parker. E' membro del Lincoln's Center's Chamber Music Society Two e suona regolarmente in festival di musica da camera come Chamber Music Northwest a Portland e La Jolla's SummerFest. E' stato invitato a suonare per Ravinia Festival, Hollywood Bowl, Mostly Mozart, Grand Teton Music Festival, e Bravo! Vail Valley Music Festival. Ha recentemente suonato con i membri della New York Philharmonic all'Avery Fisher Hall ed eseguito il concerto di Mozart per tre pianoforti assieme a Joseph Kalichstein e Alon Goldstein con la New York String Orchestra e la direzione di Jaime Laredo alla Carnegie Hall. Wosner è stato considerato uno più fini interpreti schubertiani, autore a cui ha dedicato le sue ultime incisioni discografiche. Nel 2011 ha pubblicato per Onix un cd con opere di Brahms e Schoenberg in cui esplora le connessioni profonde del linguaggio musicale dei due autori. Nato in Israele nel 1976, ha studiato pianoforte con Emanuel Krasovsky e composizione e improvvisazione con André Hajdu. Ha proseguito gli studi alla Juilliard School con Emanuel Ax. Vive a New York City con la moglie e due figli.

Biglietti euro 35,00/15,00
Per informazioni e prenotazioni:

Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; biglietteria via Clerici 3 (Cordusio),  orari apertura: lun – ven  ore 10.00 – 19.00, sab ore 14.00 – 19.00, tel. 02.83389.334  www.laverdi.org

(comunicato stampa)