Fidelio
Opera in
due atti
Musica
Ludwig
van Beethoven (Bonn, 16 dicembre 1770 – Vienna, 26 marzo 1827)
Libretto
Jospeh
Sonneleithner (Vienna, 3 marzo 1776 – Ivi, 25 dicembre 1835) e Georg Friedrich
Treitschke (Lipsia, 29 agosto 1776 – Vienna, 4 giugno 1842), da Léonore di Jean-Nicolas Bouilly (Joué-lès-Tours, 23
gennaio 1763 – Parigi, 24 aprile 1842)
Prima
rappresentazione
Vienna,
Theater an der Wien, 20 novembre 1805 (seconda versione: Theater an der Wien,
29 marzo 1806; terza versione: Teatro di Porta Carinzia, 21 maggio 1814)
Personaggi
Don
Fernando, ministro (basso)
Don
Pizarro, governatore di una prigione di stato (basso)
Florestan,
un prigioniero (tenore)
Leonore,
sua moglie, sotto il nome di Fidelio (soprano)
Rocco,
carceriere (basso)
Marzelline,
sua figlia (soprano)
Jaquino,
portiere (tenore)
Prigionieri,
ufficiali, guardie, popolo
Trama (testo tratto dal sito del Teatro Lirico di Cagliari)
Atto I
Nel
cortile di una prigione spagnola, il giovane guardiano Jaquino corteggia
Marzelline, figlia del capocarceriere Rocco, che però risponde con sufficienza
alle sue proposte di nozze: è innamorata di Fidelio, il giovane aiutante da
poco assunto da Rocco e apprezzato anche da questi, che incoraggia i sentimenti
della figlia. Fidelio, in realtà, è Leonore, gentildonna introdottasi con questo
stratagemma in carcere avendo avuto notizia che vi si trova il marito,
Florestan, da lungo tempo detenuto perché perseguitato dal tirannico
governatore delle prigioni di stato, Don Pizarro. Mentre Fidelio/Leonore si
rende conto con turbamento dei sentimenti di Marzelline, Pizarro arriva circondato
dalle sue guardie: teme la visita d’ispezione del Ministro, Don Fernando, e
proprio per questo ha bisogno di eliminare rapidamente Florestan, detenuto
illegalmente. Quando Pizarro cerca di convincere Rocco a uccidere il
prigioniero, l’uomo rifiuta, ma poi accetta almeno di scavare la fossa. Leonore
ha ascoltato la conversazione e ottiene da Rocco che i reclusi possano
trascorrere qualche momento al sole, fuori delle celle. Spera così di
ravvisare, tra essi, il marito, della cui presenza l’accanimento di Pizarro
l’ha resa quasi certa. Rocco rivela tutto a Fidelio/Leonore e la donna, che non
ha visto il marito fra i prigionieri, decide di seguirlo nella segreta con il
pretesto di dargli aiuto. Rientra Pizarro, furioso nel vedere che si sono fatti
uscire i prigionieri dalle celle senza il suo permesso.
Atto II
Nel
tetro squallore del sotterraneo, Florestan piange il suo destino e tuttavia
nella sua immaginazione febbrile crede di rivedere Leonore che giunge a dargli
la libertà. Sviene e non si accorge dell’arrivo di Rocco e Fidelio/Leonore, ma
il finto aiutante riconosce il marito nel prigioniero. Rocco, impietosito,
offre un po’ di vino a Florestan e la donna, rivelatasi al consorte, lo esorta
a sperare. Pizarro scende per uccidere Florestan ma Leonore gli si slancia
contro impugnando una pistola. Si odono gli squilli della coorte del Ministro
e, prima che Pizarro si sia riavuto dallo stupore, Rocco lo trascina via.
Riunitisi tutti, nel cortile, guardiani e prigionieri, il Ministro annuncia la
fine della tirannia di Pizarro, che viene arrestato. Leonore e Florestan, in
cui Don Fernando riconosce un suo vecchio amico, vengono liberati in un gioioso
canto di lode al coraggio di Leonore e alla forza dell’amore coniugale.
Adriana Benignetti