Approvata dal CdA l’esternalizzazione dell’orchestra
e del coro del teatro: 182, su 460, i dipendenti del teatro coinvolti dalla
decisione
«Il Cda ha approvato l’esternalizzazione dell’orchestra e del
coro votando una procedura di licenziamento collettiva di orchestra e coro». Ignazio Marino.
«Una scelta molto dura e sofferta. Pensiamo che questa strada
possa sventare le decisione di una chiusura. È un disegno innovativo in Italia
ma in Europa molto utilizzato. Non c’era altra soluzione». Carlo Fuortes
“Esternalizzazione”: questa la decisione del CdA del
Teatro dell’Opera di Roma che diventerà effettiva tra 75 giorni (45 giorni per le trattative sindacali e altri 30
giorni per la trattativa nei tavoli istituzionali, come spiegato da Fuortes).
Una decisione giunta dopo mesi segnati da dissidi interni, da scioperi e
culminata – due settimane fa – nelle dimissioni di Riccardo Muti da Direttore
Musicale del Costanzi e dalla conseguente fuga degli sponsor.
«È un passaggio doloroso ma necessario per salvare
l’Opera di Roma e ripartire. Del resto non dimentichiamo che la situazione era
diventata talmente insostenibile da costringere pochi giorni fa il Maestro Muti
ad andarsene platealmente. Non dappertutto è successo questo e anzi con le
stesse identiche regole altre Fondazioni Lirico Sinfoniche, come Scala e Santa
Cecilia, all’opposto dell’Opera di Roma, hanno avuto buoni bilanci e ottime
relazioni con i musicisti, crescendo di qualità sino a raggiungere i criteri
per l’autonomia del decreto che ho firmato proprio ieri», dichiara Dario
Franceschini.
Eppure, il procedimento non coinvolge tutti i dipendenti
ma solo 182 su 460, ossia gli orchestrali e gli artisti del coro, che dovranno
riunirsi in cooperativa e lavorare per il teatro appunto da “esterni”: fine dei
contratti a tempo indeterminato, fine della stabilità. «Coro e orchestra costano 12 milioni e mezzo l’anno. Il risparmio
previsto è di 3,4 milioni con l’esternalizzazione. Abbiamo ragionato in termini
di funzionalità e di effetto economico, è una decisione indipendente dalle
sigle sindacali e non c'è alcuna intenzione ritorsiva, è quasi offensivo
pensarlo» ha precisato il sovrintendente.
La reazione dei sindacati è stata, come
prevedibile, durissima:
«È
un colpo mortale all’Opera, ma anche alla cultura a Roma e in Italia». Paolo
Terrinoni, segretario generale della
Fistel Cisl di Roma e del Lazio.
«Leggo le agenzie nelle quali si riporta la decisione del
CdA. del Teatro Dell'Opera di Roma di procedere al licenziamento collettivo di
Coro e Orchestra. Spero che oggi, finalmente, dopo una sequenza interminabile
di bugie distribuite a piene mani ai cittadini di Roma e a tutta l'opinione
pubblica, venga finalmente alla luce il vero obiettivo del Ministero, la vera
missione del Sovrintendente e le ragioni per le quali siamo stati costretti
alle mobilitazioni sindacali di questa estate: fare dei Teatri Italiani delle
scatole vuote. E finalmente si possano comprendere le ragioni per cui il
Maestro Muti ha deciso di lasciare il Teatro. Nella ignoranza dilagante su come
funziona un teatro d'Opera, ci sarà ancora qualcuno che proverà a sostenere che
questa sarebbe una buona strada per rivitalizzare il Teatro. Altri, mentendo,
diranno che questa è una scelta sofferta. La verità è che da tempo è in corso
una strategia di smantellamento delle principali istituzioni culturali del
nostro Paese. I teatri sono straordinari centri di produzione dove si formano
altrettanto straordinarie professionalità tecniche e artistiche che tutto il
mondo ci invidia. un teatro vuoto da riempire di volta in volta è la fine del
valore della produzione, della ricerca, della sperimentazione, della
conservazione e dell'innovazione; ma una ghiotta occasione di pochi noti per
fare business. Reagiremo contro questa scelta sciagurata con l'auspicio che
tutte le organizzazioni sindacali e i lavoratori del Teatro dell'Opera e di
tutti i Teatri italiani abbiano compreso la posta in gioco». Massimo Cestaro,
segretario generale Slc Cgil
Nel
frattempo, ieri, una quarantina di lavoratori sono scesi in piazza per
manifestare il dissenso e annunciare battaglia: «Il
motivo della protesta è che noi non accettiamo l'esternalizzazione
dell'orchestra e del coro. Non è trattabile. L'appello al sindaco è quello di
dimezzarci. Altrimenti noi procederemo all'occupazione come è successo al Valle», afferma Maurizio Scavone, artista del coro. E
sembrano pronti i primi ricorsi.
I sindacati, però, sono ancora divisi. La Cisl incolpa la
Cgil: «L’atteggiamento
tenuto nei mesi scorsi da parte della Cgil e dei sindacati autonomi con gli scioperi in occasione della stagione
estiva di Caracalla e la decisione di non firmare il piano di risanamento, ha
danneggiato il teatro e ogni iniziativa sindacale intrapresa». – afferma Paolo
Terrinoni, segretario di Roma e Lazio della Fistel Cisl
«Cisl
e Uil riflettano su quanto hanno . Nonostante abbiano appoggiato il piano
industriale ora il Cda colpisce tutti i lavoratori, anche i loro iscritti», gli
fa eco Alberto Manzini della Slc Cgil.
Il
“caso” Opera sembra ancora ben lontano dalla sua conclusione…
Per approfondire:
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2014/10/03/opera-roma-vergnano-modello-non-esportabile_2f04594d-359d-44e8-be14-caae16eba7b2.html
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2014/10/03/opera-roma-vergnano-modello-non-esportabile_2f04594d-359d-44e8-be14-caae16eba7b2.html
A.B.