25 gennaio 2023

“Romeo e Giulietta” (balletto): la trama

(Foto: ©Teatro alla Scala)
Romeo e Giulietta
Balletto in tre atti

Coreografia
Kenneth MacMillan (Dunfermline, 11 dicembre 1929 – Londra, 29 ottobre 1992)


Musica 
Sergej Prokof’ev (Oblast' di Donec'k, 23 aprile 1891 – Mosca, 5 marzo 1953)


Atto primo

Scena prima - La piazza del mercato.
L’azione si svolge a Verona. Romeo, figlio di Messer Montecchi, tenta senza successo di dichiarare il suo amore a Rosalina: gli amici Mercuzio e Benvolio lo confortano. Allo spuntare del giorno, i cittadini si ritrovano sulla piazza del mercato: nasce un diverbio fra Tebaldo, nipote di Messer Capuleti, e Romeo e gli amici. Capuleti e Montecchi sono nemici giurati: inizia subito la battaglia. Messer Montecchi e  Messer Capuleti, in persona, prendono parte alla lotta che viene sospesa dopo l’intervento del Principe di Verona il quale ordina alle due famiglie di por fine alla loro rivalità.

Scena seconda - Anticamera di Giulietta in casa Capuleti.
Giulietta gioca con la nutrice ma viene interrotta dai genitori, Messer Capuleti e la sua sposa, che la presentano a Paride, un nobile giovane e ricco che l’ha chiesta in moglie.

Scena terza - Esterno di casa Capuleti.
Giungono gli ospiti per il ballo in casa Capuleti. Romeo, Mercuzio e Benvolio, mascherati, decidono di dare la caccia a Rosalina.

Scena quarta - La sala da ballo.
Romeo e gli amici sopraggiungono nel pieno della festa. Gli ospiti osservano Giulietta ballare. Mercuzio, vedendo che Romeo, guardandola,  è come in estasi, balla per distrarre la sua attenzione. Tebaldo riconosce Romeo e gli ordina di allontanarsi, ma interviene Messer Capuleti che gli dà il benvenuto nella sua dimora.

Scena quinta - Esterno di casa Capuleti.
Mentre gli ospiti se ne vanno, Messer Capuleti dissuade Tebaldo dall’inseguire Romeo.

Scena sesta - Balcone di Giulietta.
Giulietta non riesce a dormire ed esce sul suo balcone: pensa a Romeo, ed ecco che all’improvviso egli compare nel giardino. Si confessano il reciproco amore.


Atto secondo

Scena prima   - La piazza del mercato.
Romeo non fa che pensare a Giulietta e, al passaggio d’un corteo nuziale, sogna il giorno in cui la sposerà. Frattanto la nutrice di Giulietta si apre a fatica la via tra la folla in cerca di Romeo per consegnargli una lettera di Giulietta. Romeo legge: Giulietta ha acconsentito a diventare sua sposa.

Scena seconda - La cappella.
In segreto gli amanti vengono uniti in matrimonio da Frate Lorenzo, il quale spera che la loro unione porrà fine alle contese fra Montecchi e Capuleti.

Scena terza - La piazza del mercato.
Tebaldo interrompe l’allegra baraonda, assale Mercuzio e lo uccide. Romeo vendica la morte dell’amico, e viene esiliato.

Atto terzo

Scena prima - La stanza da letto.
All’alba del giorno successivo la servitù si desta, e Romeo deve partire. Abbraccia Giulietta e si allontana proprio mentre i genitori entrano con Paride. Giulietta si rifiuta di sposare Paride che, offeso dal diniego, si allontana. I genitori di Giulietta sono indignati e minacciano di diseredarla. Giulietta si precipita da Frate Lorenzo.

Scena seconda - La cappella.
Giulietta cade ai piedi del frate e invoca il suo aiuto. Egli le consegna una fiala di  sonnifero che la farà sprofondare in un sonno simile alla morte: i genitori, convinti della sua morte, la seppelliranno nella tomba di famiglia; intanto Romeo, avvisato da Frate Lorenzo, tornerà protetto dalle tenebre e porterà Giulietta lontano da Verona.

Scena terza - La stanza da letto.
Alla sera Giulietta acconsente di sposare Paride, ma il mattino seguente, quando i genitori entrano con lui, la trovano sul letto apparentemente senza vita.

Scena quarta - La cripta della famiglia Capuleti.
Senza aver ricevuto il messaggio del frate, Romeo, colpito come da un fulmine alla notizia della morte di Giulietta, ritorna a Verona. Vestito da monaco, entra nella cripta: trova Paride presso il corpo di Giulietta e lo uccide. Crede morta Giulietta e beve una fiala di veleno. Giulietta si risveglia, trova morto Romeo e si trafigge.

(Kenneth MacMillan  - Traduzione dall’inglese di Olimpio Cescatti)

©Teatro alla Scala