Balletto in 3 atti con apoteosi (originariamente in
4 atti e 7 scene con apoteosi)
Musica
Aloisius Ludwig Minkus (Velké Meziříčí, 1826 – Vienna, 1917)
Aloisius Ludwig Minkus (Velké Meziříčí, 1826 – Vienna, 1917)
Libretto
Marius Petipa e Serghei Kudenov
Soggetto tratto dal balletto di L. Petipa
Sakountala (dal dramma del poeta indiano Kalidasa).
Prima rappresentazione: Teatro Mariinskij,
San Pietroburgo, 23 gennaio 1877
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Prima di partire con i suoi guerrieri per la caccia
alla tigre, Solor incarica il fachiro Mahedawee di comunicare a Nikiya che
l'attenderà al tempio. Da qui escono solennemente il Grande Brahmino e
gli altri sacerdoti per celebrare il rito di adorazione del fuoco. I fachiri
e le baiadere, tra cui la bella Nikiya, eseguono le danze sacre. Dimentico del
suo ruolo e del voto di castità, il Grande Brahmino dichiara a Nikiya il
proprio amore, giurando di deporre ai suoi piedi tutte le ricchezze
dell'India: ottiene, però, il fermo rifiuto della ragazza.
Intanto, mentre con le altre baiadere serve ai fachiri l'acqua consacrata, Mahedawee le trasmette segretamente il messaggio di Solor. Quando è scesa la notte, Solor e Nikiya si ritrovano al tempio. Nonostante la sorveglianza del fedele fachiro, che veglia sul loro incontro, il Grande Brahmino riesce di nascosto ad ascoltare la loro conversazione, il giuramento di fedeltà eterna di Solor e la proposta di fuggire insieme. Decide, così, che la sua vendetta sarà tremenda. Il mattino seguente il Rajah annuncia alla figlia Gamzatti che oggi potrà finalmente vedere l'uomo da lui sceltole come promesso sposo, il coraggioso Solor. Il Rajah presenta i due giovani e li dichiara ufficialmente fidanzati. Solor è colpito dalla bellezza di Gamzatti, ma il ricordo di Nikiya e del giuramento fattole lo tormenta. Prima della festa di nozze, cui dovrà partecipare anche Nikiya, come danzatrice del tempio, il Grande Brahmino si reca dal Rajah, chiedendogli udienza riservata per rivelargli un segreto. Sospettando che quanto sta avvenendo sia legato al suo fidanzamento, Gamzatti si nasconde per origliare la conversazone dei due, apprendendo così dell'amore di Nikiya e Solor. Anche se adirato nei confronti di Solor, il Rajah non cambia la sua decisione: Solor e Gamzatti si sposeranno e la baiadera dovrà morire. A nulla valgono preghiere e minacce del Brahmino, che non si aspettava una simile decisione: il Rajah è irremovibile. Gamzatti convoca nel frattempo Nikiya per comunicarle che dovrà danzare alla sua festa di nozze e le mostra il ritratto del fidanzato. Alla vista di Solor, Nikiya si rifiuta di danzare, grida che Solor ama solo lei, rifiuta sdegnosamente i regali che Gamzatti le propone perché rinneghi il proprio amore,;affema che preferisce morire piuttosto che rinunciare a Solor e, in un impeto di disperazione, cerca di pugnalare la figlia del Rajah.
Secondo atto
Nel giardino del palazzo del Rajah si sta celebrando
la festa nuziale. Nikiya deve intrattenere gli ospiti danzando, ma non riesce
a nascondere il dolore e la delusione. Quando un fachiro le consegna un cesto
di fiori a nome di Solor, la danza della baiadera si colma di incontenibile
gioia ma, all'improvviso, viene morsa da una serpe, nascosta tra i fiori.
Morendo, Nikiya intuisce l'inganno e comprende che ad ucciderla è la
vendicativa Gamzatti. Il Grande Brahmino le promette guarigione e felicità se
solo Nikiya gli prometterà amore, ma la baiadera rifiuta, fedele al suo amato
Solor. Mentre Nikiya muore, Solor si dispera e fugge dalla cerimonia.
Terzo atto
Inconsolabile e tormentato dal rimorso, Solor prega
il fachiro Mahedawee di distrarlo dai suoi tetri pensieri. Sotto l'effetto
dei fumi del narghilé e della danza magica del fachiro, Solor sprofonda nel
mondo dei sogni. Davanti a lui dalle tenebre emergono le ombre, come una
lunga catena scendono dai pendii dei monti. Tra le ombre Solor vede Nikiya. Risvegliatosi, Solor si precipita al tempio per
chiedere perdono agli dei, ma è troppo tardi. La loro furia lo punisce per
l'amore tradito, mentre tra tuoni e lampi crollano le pareti del tempio. Per
Solor il mondo reale cessa di esistere e l'ombra della splendida Nikiya lo
trascina con sé.
Adriana Benignetti
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