15 febbraio 2023

“Turandot”: la trama

Turandot
Dramma lirico in tre atti e cinque quadri


Musica
Giacomo Puccini (Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924)
Libretto
Giuseppe Adami (Verona, 4 novembre 1878 – Milano, 12 ottobre 1946) e Renato Simoni (Verona, 5 settembre 1875 – Milano, 5 luglio 1952), dalla fiaba teatrale omonima di Carlo Gozzi (Venezia, 13 dicembre 1720 – Ivi, 4 aprile 1806)



Prima rappresentazione:
Milano, Teatro alla Scala, 26 aprile 1926

Personaggi:
Turandot, principessa (soprano)
Altoum, imperatore (tenore)
Timur, re tartaro spodestato (basso)
Calaf, principe ignoto, suo figlio (tenore)
Liù, giovane schiava (soprano)
Ping, gran cancelliere (baritono)
Pang, grand provveditore (tenore)
Pong, gran cuciniere (tenore)
Un mandarino (baritono)
Il principe di Persia (voce recitante)
Il carneficie (voce recitante)

Guardie imperiali, servi del boia, ragazzi, sacerdoti, mandarini, dignitari, gli otto sapienti, ancelle di Turandot, soldati, portabandiera, musici, ombre dei morti, folla.
                                                                               
L’azione si svolge a Pechino al tempo delle favole

La trama (testo ©Teatro Lirico di Cagliari, per gentile concessione)


Atto I

Quadro primo
Una piazza a Pechino, «al tempo delle favole»
Davanti alle mura e al palazzo imperiale di Pechino, il mandarino legge un decreto imperiale: la principessa Turandot, figlia dell’imperatore Altoum, sposerà il principe che riuscirà a sciogliere tre enigmi da lei proposti. Sui pretendenti che non riescono ad arrivare alla soluzione si abbatte la scure del boia. Già undici giovani sono stati decapitati e l’ultimo, il principe di Persia, sta per essere giustiziato. La folla accorre e, nella calca, travolge un vecchio cieco, sorretto da una fanciulla. Giunge in aiuto Calaf, che riconosce, nel vecchio, suo padre Timur, re tartaro spodestato, e, nella fedele accompagnatrice, la schiava Liù, alla quale, in un giorno lontano, lui aveva sorriso, facendola innamorare. Padre e figlio si abbracciano e, consapevoli del pericolo che ancora incombe su di loro, promettono di tenere segreta la loro identità. Sorge la luna e il principe di Persia si avvia al patibolo. La folla invoca la grazia per il condannato, ma la gelida Turandot, affacciata alla loggia imperiale, la nega. Calaf rimane profondamente turbato alla vista della bellissima principessa. Invano dissuaso da Ping, Pang e Pong, ministri del regno, dal padre e da Liù, decide di tentare anche lui la prova dei tre enigmi. Tre colpi di gong annunciano la sua decisione.

Atto II

Quadro secondo
Notte in un padiglione vicino alla reggia
In un padiglione i tre ministri rievocano la storia della crudele principessa, per la quale dodici principi sono morti, e rimpiangono la serenità del tempo passato e della vita nelle casette di campagna. 

Quadro terzo
Vasto cortile del palazzo dominato da una scala di marmo
Un’enorme folla si è raccolta sul piazzale della reggia per assistere alla prova di Calaf, che si presenta come Principe Ignoto. Fra squilli di tromba appare Turandot, che spiega le ragioni della sua crudele pretesa: vendicare l’onta subita una notte dalla sua ava Lo-u-Ling. Inutilmente l’imperatore tenta di dissuadere il Principe Ignoto dall’affrontare la terribile impresa. Uno dopo l’altro, Turandot rivolge al pretendente i tre enigmi, ottenendo in risposta le tre soluzioni: “la speranza”, “il sangue”, “Turandot”. La principessa, sconfitta, cade nella più cupa disperazione e chiede al padre di non darla in sposa allo sconosciuto, ma Altoum le ricorda l’importanza del giuramento dato. Interviene allora Calaf, che si dichiara pronto a morire se ella riuscirà a scoprire, prima dell’alba, il suo nome.

Atto III

Quadro quarto
È notte nel giardino della reggia
Durante la notte gli araldi percorrono la città, alla vana ricerca di qualcuno che possa svelare il nome del Principe Ignoto. Calaf attende fiducioso l’alba, certo della vittoria. Inutilmente Ping, Pang e Pong gli offrono oro e fanciulle perché rinunci alle nozze. Riconosciuti come le persone che avevano parlato col principe, Timur e Liù sono condotti, legati e insanguinati, dinanzi a Turandot per essere interrogati. Ma la schiava, per salvare il vecchio re e proteggere il principe che ama, dichiara di essere la sola a conoscere quel nome che non rivelerà mai, preferendo la morte al tradimento. Dopo aver predetto a Turandot che anche lei si sarebbe innamorata del principe, sottrae il pugnale a un soldato e si uccide. È l’alba. La principessa, scossa dalla morte di Liù, sembra ormai sconfitta. Calaf le si avvicina e la bacia teneramente, rivelandole il suo nome. 

Quadro quinto
Cortile d'onore della reggia. Un ampio scalone del palazzo imperiale
L'imperatore, circondato dalla corte, dai dignitari, dai sapienti e dai soldati, si presenta alla folla insieme a Turandot e al principe non più ignoto. Vinta dalla passione, Turandot annuncia all’imperatore e al popolo di conoscere il nome dello straniero: «Amore».

Adriana Benignetti