Il compositore, direttore d’orchestra e critico musicale napoletano si è
spento lo scorso lunedì a Napoli
Innanzi a me
si aprono le profondità del tempo e dello spazio.
Gl’invalicabili confini e l’impenetrabile immensità
nascondono l’eterno al quale aspiro a congiungermi.
nascondono l’eterno al quale aspiro a congiungermi.
Il mio io
vive nell’umano ed emerge dalla indistinta radice dell’esistere.
Il cosmo si rivela nel continuo rinnovarsi della Natura
e avvolge la coscienza generando l’attimo
da dove passato e futuro si separano
per unirsi oltre il tempo
nel mare perenne che genera la vita.
Il sole nel cielo,gli astri nell'Universo
Il cosmo si rivela nel continuo rinnovarsi della Natura
e avvolge la coscienza generando l’attimo
da dove passato e futuro si separano
per unirsi oltre il tempo
nel mare perenne che genera la vita.
Il sole nel cielo,gli astri nell'Universo
sono scintille
della Luce che è prima dell'inizio.
L’intero Universo è l’immagine negativa di ciò che È.
Ho interrogato stelle e abissi,
L’intero Universo è l’immagine negativa di ciò che È.
Ho interrogato stelle e abissi,
ma ho
trovato simboli.
Sono scivolato sull'eterno.
Sono scivolato sull'eterno.
Una presenza
inconoscibile,
immobile, agisce nel profondo.
immobile, agisce nel profondo.
Francesco d’Avalos
«[…] Pertanto, anche quando nei miei
anni giovanili componevo musica di avanguardia, proprio in sintonia con quella
di quel tempo ( mi riferisco agli anni subito successivi alla Seconda Guerra
Mondiale), io, nello spingermi verso le nuove frontiere della musica, avevo
sempre vivo e presente in me tale momento alto della Storia che si era
affermato nell’‘800. Questo lo intuivo come la presenza di un valore assoluto e
necessario con cui confrontarmi di continuo. Si tratta di un fatto analogo a
quanto avviene nel repertorio musicale. Questo difatti, nonostante gli sviluppi
della musica di avanguardia o i ritorni indietro nella storia col ripristino di
musiche antiche, resta soprattutto circoscritto nel riproporre, sia nella
musica strumentale che nell’opera, composizioni comprese tra Bach e quelle dei
primi anni del ‘900. In realtà ciò avviene perché in questo periodo è comparso
con forza nella musica il valore etico del dover essere che si presenta
alla coscienza come un punto perenne di riferimento morale nel quale,
nonostante la crisi, la civiltà attuale cerca disperatamente di mantenere salde
le sue radici». Francesco d’Avalos
Sono numerosi i premi ricevuti in vita
da Francesco d’Avalos (Napoli, 11 aprile 1930-26 maggio 2014) – il “Premio
Selezione Marzotto 1958”, il “Grand Prix International du Disque Academie
Charles Cros – Paris 1990”, “MRA Award” nel 1991, “Compact Discotèque idèale
1991”, premio “Fanzago” nel 2005, premio “Una vita per la musica”
dall'Associazione Marche Musica nel 2008, nell”aprile 2010 il Premio
Speciale alla Carriera del Centro Incontro delle Arti Della Monaco e il premio
del Presidente della Repubblica “Oltre l'Orizzonte” nel settembre
2010 – durante la sua carriera musicale. Il riconoscimento più grande, però, è
forse l’affetto e la stima dei suoi allievi e dei colleghi, sentimenti che non
sono mai mancati e che semmai, nel tempo, sono divenuti più solidi. Amatissimo
nella sua Napoli, d’Avalos si è spento lo scorso lunedì, lasciando un profondo
dispiacere e un grande vuoto, anche e soprattutto culturale.
Meno di un anno fa, nel novembre del
2013, aveva pubblicato, con Aracne editore, un’autobiografia dal titolo Autobiografia
di un compositore (1930-1957). Il Religioso Assoluto e l’Io Trascendentale, accompagnata da un saggio introduttivo di
Dinko Fabris. E nel 2005, con l’editore Bietti, aveva dato alla luce La crisi dell’Occidente e la presenza della
Storia. Il significato del ventesimo secolo attraverso l’evoluzione della
musica. Due testi che oggi assumono quasi il significato di un testamento e
che rimangono fondamentali per approfondire o conoscere il suo pensiero e la
sua vita.
Il nome di Francesco d’Avalos è legato
in particolare al dramma musicale in due parti per orchestra, coro e solisti Maria di Venosa del 1992: il suo catalogo,
però, è ampio e vario e comprende musica sinfonica, musica da camera, musica
per pianoforte (incisa dal pianista Francesco Libetta) e per due pianoforti e
trascrizioni.
Tra le sue composizioni ricordiamo:
Qumrãn,
dramma musicale in tre parti per orchestra, solisti e coro con historicus 2001
Tre liriche su testi
giapponesi, per soprano e orchestra
Il Fiume Wang per
soprano, doppia orchestra d'archi e due flauti
Lines
(Shelley) per soprano e orchestra
Qumrãn,
tre studi per grande orchestra
Seconda Sinfonia,
per orchestra e soprano (Lenau e Shelley)
Die stille Stadt
per soprano, archi e timpani (Dehmel)
Per la morte di due
nobilissimi amanti, per cinque voci e tre strumenti (T. Tasso)
In Memoriam, per
pianoforte e orchestra
Quintetto per archi
Quintetto per pianoforte
e archi
Quintetto con soprano (trascrizione
del secondo e terzo tempo della Seconda Sinfonia)
Quattro Variazioni su un
tema di Reger per piccola orchestra.
Tre variazioni su un
tema di Schumann per piccola orchestra.
Idillio
per pianoforte e archi
Quartetto
per archi in fa maggiore
Due pezzi caratteristici:
Le marionette suonano e ballano – Veli bianchi e neri danzano nella notte, per
pianoforte
Francesco d’Avalos è nato a
Napoli, nel 1930. È un compositore e direttore d’orchestra italiano,
discendente di un’antica famiglia. Inizia lo studio della musica a 12 anni,
studiando pianoforte inizialmente con Marta De Conciliis, poi con Vincenzo
Vitale e composizione con Renato Parodi. Si diploma in composizione con il
massimo dei voti al Conservatorio di Musica “S.Pietro a Majella” di Napoli
e inoltre studia filosofia all’Università di Napoli. Successivamente frequenta
i corsi di direzione d'orchestra all’Accademia Chigiana di Siena con Paul van
Kempen, Sergiu Celibidache e Franco Ferrara. Nel 1972 viene chiamato da
Nino Rota ad insegnare composizione al Conservatorio di Bari, dove rimane fino
al 1978, trasferendosi poi al Conservatorio di Napoli, dove insegnerà
composizione fino al 1998. Ha svolto la sua attività concertistica come
direttore presso numerose orchestre italiane ed estere. Ha inciso vari dischi
con l'Orchestra Philharmonia di Londra e altre orchestre, registrando opere di:
Bach, Bruckner, Chausson, Franck, Liszt, Raff, Schubert, Smetana, Wagner e
l'opera orchestrale completa di Brahms, Mendelssohn, Clementi e Martucci. (I
suoi dischi sono stati pubblicati dalle seguenti case discografiche: ASV
Records, IMP, Chandos, Brilliant, Amadeus, Nireo). Fra il 1951 e il 1954 ha collaborato con il giornale “Il Quotidiano” per la
critica musicale. Le sue opere sono state eseguite da vari interpreti; tra le
principali esecuzioni ricordiamo la “Prima Sinfonia” eseguita alla
Norddeutscher Rundfunk (Hamburg) diretta da Heinz Freudenthal, “Hymne an die
Nacht"”con l’orchestra Hessischer Rundfunk (Frankfurt) diretta da Hans
Werner Henze, “Qumrãn”, studio per orchestra, diretto da Eliahu Inbal alla
Scala di Milano, “Idillio” per pianoforte e orchestra d’archi, eseguito dal
pianista Francesco Libetta, il quale ha anche inciso le composizioni per
pianoforte.
N.B. La biografia di Francesco d’Avalos
è tratta dal suo sito
Adriana
Benignetti