05 gennaio 2014

Giuseppe Picone “profeta” in patria

Calorosissima accoglienza del pubblico per il ballerino, straordinario protagonista de “Lo schiaccianoci” in scena al Teatro di San Carlo di Napoli


«Lo schiaccianoci è uno dei più bei doni della danza, non soltanto per i bambini, ma per chiunque ami l’elemento magico del teatro: ha un incanto perenne, che non dura soltanto i giorni di Natale, ma tutto l’anno […]». George Balanchine


Quest’anno “compirà” 122 anni: eppure, nonostante il trascorrere del tempo e qualche critica non sempre benevola, Lo schiaccianoci continua ad ammaliare il pubblico, quello degli appassionati e dei “profani”, degli adulti e dei bambini, grazie a un’atmosfera magica che, trasversalmente, investe tutti. E da quando, il 18 dicembre del 1892, fu rappresentato per la prima volta al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, il balletto – frutto della collaborazione tra Čajkovskij e Ivanov (subentrato a Petipa bloccato dalla malattia) e ispirato dal racconto Lo schiaccianoci e il re dei topi di Enrst Theodor Amadeus Hoffmann, con l’intermediazione della versione più “dolce” datane da Alexandre Dumas  – ha conosciuto un successo accresciutosi via via negli anni.

«[…] Esso esplode – immancabile – a Natale, come un’epidemia di morbillo» scrisse P.W. Manchester su Dancing Times: e, in effetti, le festività natalizie, complice la trama ambientata proprio a Natale, sono l’occasione più propizia per rivivere al meglio la magia del balletto. Occasione propizia, alla quale, ormai da tempo non si sottrae il Teatro di San Carlo di Napoli che, ogni anno, ripropone il titolo.

Quello andato in scena in questi giorni (dal 29 dicembre 2013 al 5 gennaio 2014) è un allestimento particolarmente riuscito e che ben ha evidenziato, più di altri precedenti, l’atmosfera magica ma anche le sottigliezze psicologiche insite nel soggetto. Merito innanzi tutto delle splendide scene di Nicola Rubertelli, suggestive e imponenti allo stesso tempo, e in perfetta sintonia con i meravigliosi costumi di Giusi Giustino; ma anche, e soprattutto, della coreografia di Alessandra Panzavolta, direttore del Corpo di Ballo del teatro napoletano. La Panzavolta si rifà, per la sua versione, direttamente all’originale e il risultato è una maggiore omogeneità del racconto che pone, al centro di tutta la storia, Clara e il Principe Schiaccianoci. In particolare, si assiste a un’evoluzione del personaggio di Clara che da bambina attraverso il sogno crescerà grazie anche alla scoperta dell’amore, rappresentato dal Principe.



Prestigioso protagonista della recita del 2 gennaio è stato l’étoile Giuseppe Picone che proprio alla Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli mosse i primi passi nel mondo della danza. Un “ritorno a casa”, dunque, per Picone che, oggi affermatissimo sulla scena internazionale, festeggia proprio in questi giorni i 20 anni di carriera. Un ritorno a casa ricco sen’altro di emozioni per lui, ma, soprattutto, coronato da una bellissima accoglienza da parte del pubblico che gli ha tributato lunghissimi applausi sia a scena aperta, durante gli assoli e i pas de deux, che alla fine dello spettacolo. Del resto, dalla sua, il ballerino ha infinite carte da giocare: vero e proprio animale da palcoscenico, con una tecnica perfetta mai fine a se stessa, ma accompagnata sempre da grazia ed eleganza in ogni passo e in ogni gesto, Giuseppe Picone, dotato anche di una bellezza notevole e un fascino innato,  incarna perfettamente il ruolo del Principe.


A tenergli “testa” è Marija Kicevska, prima ballerina del Balletto di Macedonia, una graziosissima Clara (e anche una deliziosa Principessa Confetto), che si è distinta per tecnica, grazia e per la capacità di interpretare ottimamente l’evoluzione psicologica del personaggio. Da sottolineare anche la perfetta intesa tra Picone e Kicevska nei passi a due.

Piccole imperfezioni del Corpo di Ballo non hanno oscurato una prestazione nel complesso molto buona e che ha evidenziato omogeneità e armonia negli insiemi: spiccano, particolarmente, le interpretazioni di Salvatore Manzo, bravissimo Arlecchino, Alessandra Veronetti, Regina della Neve, e Gianluca Nunziata (che ha sostituito Edmondo Tucci, previsto per questa recita), perfetto nei panni di Drosselmeyer. 


Squisito anche l’intervento del Coro di Voci Bianche diretto da Stefania RinaldiDi particolare rilievo la prova dell’Orchestra del Teatro San Carlo, magistralmente diretta dall’energico, raffinato e “veterano” del balletto, David Coleman.


Adriana Benignetti


N.B. Foto di Francesco Squeglia