02 ottobre 2013

“Viva V.E.R.D.I. Le grandi opere di Giuseppe Verdi” al Teatro Pergolesi di Jesi

Venerdì 4 ottobre alle ore 21.00, un’originale “mise en espace” di Matteo Mazzoni con video scenografia di Benito Leonori. In programma duetti per baritono e basso con Julian Kim, Luca Tittoto e l’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da Giacomo Sagripanti

(Foto di Rocco Casaluci)

 


Dopo il successo de “L’Arlesiana” di Cilea, la 46^ Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi prosegue venerdì 4 ottobre alle ore 21.00 con “Viva V.E.R.D.I. Le grandi opere di Giuseppe Verdi”, rara mise en espace di duetti per baritono e basso tratti dalle opere verdiane Attila, Don Carlo, Simon Boccanegra e Falstaff. In scena, il baritono Julian Kim e il basso Luca Tittoto, che tornano al Teatro Pergolesi dopo il grande successo personale avuto lo scorso anno nell’opera I Puritani di Bellini. 


Giacomo Sagripanti dirige l’Orchestra Filarmonica Marchigiana: anche per il giovane direttore marchigiano si tratta di un ritorno a Jesi, dopo l’ottima prova dei Puritani nella stagione lirica 2012. La mise en espace è a cura di Matteo Mazzoni, la video scenografia è di Benito Leonori, costumi Sartoria Arianna. Giuseppe Verdi è uno dei più conosciuti e amati compositori italiani. Le sue opere sono messe in scena e ascoltate in tutto il mondo. Verdi è conosciuto anche come simpatizzante delle battaglie del Risorgimento e sembra che la dicitura “Viva Verdi” fu più volte utilizzata dai patrioti come acronimo di “Viva Vittorio Emanuele Re D'Italia” e scritta sui muri. Nel bicentenario della sua nascita, anche la Fondazione Pergolesi Spontini rende omaggio al grande compositore di Busseto proponendo due sinfonie tra le più note e più belle: quella del Nabucco, che è la terza opera lirica di Verdi (la prima rappresentazione avvenne nel 1842 al Teatro La Scala di Milano) e che ne decretò il definitivo successo, e la Sinfonia de I Vespri Siciliani, l’opera che debuttò in francese all’Opéra di Parigi il 13 giugno 1855 e nella prima italiana il 26 dicembre 1855 al Teatro Regio di Parma. Il baritono coreano Julian Kim ed il basso Luca Tittoto proporranno il duetto di Attila ed Ezio “Tardo per gli anni, e tremulo” dal Prologo dell’Attila: in questo titolo della giovinezza, prima rappresentazione al Gran Teatro La Fenice di Venezia il 17 marzo 1846, sono i temi cari a Verdi - la lotta contro l’oppressore e l’amor patrio. Il secondo brano è tratto da una delle opere più belle scritte dal compositore, il Don Carlo, con il duetto tra Filippo II e Rodrigo “Restate! Presso alla mia persona” dall’Atto Primo dell’opera su libretto di Joseph Méry e Camille Du Locle: la prima rappresentazione, in cinque atti e in lingua francese, ebbe luogo l’11 marzo 1867 al Théâtre de l’Académie Impériale de Musique di Parigi, in seguito l’opera fu tradotta in italiano da Achille de Lauzières e rimaneggiata a più riprese, la prima fu al Teatro alla Scala di Milano il 10 gennaio 1884 nella versione in quattro atti. Terzo duetto è quello tra Il Doge e Fiesco nell’Atto Terzo del Simon Boccanegra, “M’ardon le tempia”, prima rappresentazione al Teatro La Fenice di Venezia il 12 marzo 1857.  Termina il programma, dal Falstaff ultima opera di Verdi, il duetto di Falstaff e Ford dall’Atto Secondo “Signore, v’assista il cielo!”. Il libretto di Arrigo Boito è tratto da Le allegre comari di Windsordi Shakespeare, ma alcuni passi sono stati ricavati anche da Enrico IV”, il dramma storico nel quale per la prima volta è apparsa la figura di Sir John Falstaff. La prima ebbe luogo a Milano nell’ambito della stagione di Carnevale e Quaresima del Teatro alla Scala, il 9 febbraio 1893.

(comunicato stampa)