15 marzo 2013

“Cuore di cane (Sobač’e serdce)”: la trama

Opera in 2 atti, 16 scene e un epilogo di Alexander Raskatov su libretto di Cesare Mazzonis dall’omonimo racconto di Michail Bulgakov

(Foto: teatroallascala.org)





PERSONAGGI

Filipp Filippovič, professore basso-baritono
Bormental’, assistente baritono lirico
Šarikov tenore di coloratura buffo
Voce “bella” di Šarik, cane controtenore
Voce “brutta” di Šarik / Dar’ja, cuoca soprano drammatico (effetti vocali)
Zina, cameriera soprano leggero di coloratura
Primo paziente / Provocatore tenore leggero spinto
Seconda paziente contralto
Primo proletario soprano d’agilità
Secondo proletario / Vjazemskaja mezzosoprano
Terzo proletario / Švonder tenore eroico
Quarto proletario basso
Fëdor, portiere basso
Venditore di giornali basso profondo
Segretaria, fidanzata di Šarikov soprano di coloratura spinto
Il Grande Capo / Detective parlato e basso
3 vecchiette soprano, mezzosoprano, contralto
2 ubriachi 2 bassi
Coro

Prima assoluta: Amsterdam, De Nederlandse Opera, 7 giugno 2010

Atto I
Scena 1
Negli anni Venti, un cane randagio sta morendo di freddo e di fame in un vicolo di Mosca e durante la sua agonia osserva l’umanità che gli passa accanto. Finché un signore elegante gli si avvicina, lo chiama Šarik e gli dà da mangiare: il cane decide di seguirlo.

Scena 2
A salvare Šarik è stato Filipp Filippovič. Professore in medicina di fama internazionale impegnato in ricerche sul ringiovanimento del corpo umano, appassionato melomane, Filipp Filippovič riceve nel suo studio due pazienti. 

Scena 3
Il tenore di vita di Filipp Filippovič attira le attenzioni del Comitato di Edificio, capeggiato da Švonder, che chiede al professore di cedere alcune stanze del suo ampio appartamento. Filipp Filippovič chiama allora al telefono il Grande Capo, suo paziente, minacciando di smettere di esercitare la professione se costretto a rinunciare ad alcune stanze: Švonder e compagni sono costretti a prendere atto che l’appartamento non è soggetto all’ordinaria distribuzione degli spazi.

Scena 4
Filipp Filippovič ha accolto in casa propria il cane Šarik. Servito dalla cameriera Zina, il professore pranza in compagnia del suo assistente, Bormental’, e attacca la politica e la società sovietica.

Scena 5
In casa di Filipp Filippovič, Šarik ha trovato rifugio e abbondanza di cibo. Mentre s’aggira in cucina, il cane sorprende la cuoca Dar’ja ad amoreggiare con il portiere dello stabile.

Scena 6
Con l’aiuto di Bormental’, Filipp Filippovič sottopone Šarik a un esperimento straordinario. Nel corpo del cane sono trapiantati l’ipofisi e i testicoli di un uomo morto poco prima in una rissa; Šarik sembra destinato a morte certa.

Scena 7
Contro ogni aspettativa, il cane sopravvive però all’operazione; soltanto che, tra lo stupore generale, perde la coda e il pelo, inizia a camminare su due zampe e acquisisce la parola come se fosse un uomo.

Atto II
Scena 8
A letto nella sua stanza, Filipp Filippovič ha un incubo: i colleghi cui ha chiesto un giudizio sul suo esperimento si mettono a cantare e a ballare la canzonaccia suonata da Šarikov con la balalajka.

Scena 9
Šarikov affronta Filipp Filippovič: lo accusa di aver compiuto l’operazione senza permesso, lo minaccia e rivendica il diritto di avere un nome (Poligraf Poligrafovič Šarikov) e documenti d’identità come tutti gli altri cittadini.

Scena 10
Irrompe Švonder, che intima al professore di redigere una dichiarazione relativa alla nascita di Šarikov; questi, tuttavia, quando apprende che i documenti d’identità servono anche per il servizio militare, dichiara di non volerne sapere di andare a combattere. All’improvviso, la vista di un gatto scatena l’istinto animalesco di Šarikov in un trambusto generale. Per inseguire il gatto Šarikov rimane chiuso dentro al bagno, un rubinetto si rompe e l’acqua allaga l’intero appartamento, mentre di fuori pazienti e curiosi chiedono di entrare.

Scena 11
Alla presenza di Bormental’, Filipp Filippovič si dimostra sempre più insofferente nei confronti dei comportamenti e della retorica sovietica di Šarikov. Rimasto solo, il professore osserva meditabondo il flacone nel quale galleggia l’ipofisi estratta al cane.

Scena 12
Dopo le ennesime malefatte di Šarikov, Bormental’ si offre di ucciderlo con l’arsenico. Ma Filipp Filippovič afferma di non poter permettere un delitto, pur riconoscendo il fallimento disastroso di un esperimento che ha sfidato le leggi della natura. Nel frattempo sopraggiungono Dar’ja, Zina e Šarikov: quest’ultimo ha tentato di violentare la giovane cameriera.

Scena 13
Diventato accalappiatore del Comune di Mosca, Šarikov dà la caccia ai gatti randagi.

Scena 14
Ora che ha un lavoro, Šarikov pretende che la sua segretaria viva insieme con lui, a casa del professore. Ma Filipp Filippovič dissuade la ragazza, rivelandole le menzogne e la vera origine di Šarikov.

Scena 15
Il Big Boss rivela a Filipp Filippovič che Šarikov ha presentato una denuncia contro di lui, in cui lo si accusa di minacce di morte nei confronti di Švonder e propaganda antisovietica. Tuttavia non sarà dato corso legale alla denuncia: come dice il Grande Capo, il professore può ritenersi un uomo fortunato.

Scena 16
Filipp Filippovič e Bormental’ vogliono cacciare Šarikov, ma questi estrae una pistola. Bormental’, allora, lo afferra e lo immobilizza. Filipp Filippovič esegue una seconda operazione: espianta a Šarikov l’ipofisi umana e la rimpiazza con quella originaria canina.

Epilogo
Nell’appartamento di Filipp Filippovič si presentano alcuni poliziotti, provvisti di mandato di perquisizione e d’arresto. L’accusa nei confronti del professore e dei suoi complici è di omicidio e occultamento di cadavere: in realtà, tuttavia, non è avvenuto alcun omicidio ma soltanto il ritorno di Šarikov alla sua originaria condizione di cane.

(Soggetto tratto da www.teatroallascala.org)