Si
è spenta ieri, a 88 anni, all’Ospedale Sant’Andrea di Roma, la grande "signora" della danza italiana
«Non ho scelto di occuparmi di
danza: in un certo senso la danza ha scelto me casualmente».
È con queste parole che Vittoria
Ottolenghi (Roma, 8 aprile 1924 – Ivi, 10 dicembre 2012) racconta i suoi esordi nel mondo della danza, nel ritratto “Perché
amo la danza” che la Rai le ha dedicato: una carriera iniziata davvero
casualmente quando, alla ricerca disperata di un lavoro dopo un lungo periodo
in Inghilterra, le viene offerta da Alessandro D’Amico – redattore capo dell’Enciclopedia
dello Spettacolo – la possibilità di lavorare per il settore “Danza e Teatro
Musicale”.
La Ottolenghi aveva 32 anni e non aveva mai visto un balletto in
vita sua! Dopo 3 mesi di full immersion,
passati a leggere tutto il possibile e immaginabile sulla danza, all’improvviso…
l’illuminazione: «Ho capito o mi è sembrato di capire perché la danza è così
importante e così bella: proprio per il motivo per cui è così disprezzata dalla
cultura italiana. Perché è effimera! Quando è finita e finita per sempre e non
si ripone su uno scaffale». Il lavoro di redattrice per l’Enciclopedia dello
Spettacolo durò più di 10 anni, iniziando nel frattempo anche l’attività di
critico musicale per Paese Sera:
fondamentale anche la sua collaborazione con il Festival dei Due Mondi di
Spoleto dal 1998 al 1996. Vittoria Ottolenghi divenne in pochissimi anni la “signora
della danza”, una delle massime e più celebri esperte del settore. Amica e
confidente di grandi ballerini, tra i quali Rudolf Nureyev, la Ottolenghi ha
avuto un grandissimo merito: quello di avvicinare il grande pubblico al mondo
della danza, grazie a trasmissioni, tra le quali Maratona d’estate.
Vittoria Ottolenghi si è spenta,
all’età di 88 anni, presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma, lunedì 10 dicembre
2012.
Leggi la biografia completa QUI.
Adriana Benignetti