Il
ritorno di Enrico Dindo sul palco de laVerdi e il debutto dell’australiano
Daniel Smith che sostituirà Aldo Ceccato
(Foto di Fulvia Farassino) |
Vodník, poema sinfonico op. 107, il Concerto in Si minore per
violoncello e orchestra op. 104 e la Sinfonia
n. 6 in Re maggiore op. 60: sarà un programma interamente dedicato ad Antonín Leopold Dvořák
(Nelahozeves, 1841 – Praga, 1904) il 13° della
Stagione Sinfonica 2012/2013 de laVerdi, in programma giovedì 13
dicembre ore 20.30 (e, in replica, venerdì 14 ore 20.00 e domenica 16 ore
16.00). Protagonisti il grande violoncellista Enrico Dindo – e per lui è un atteso e gradito ritorno sul palco di
Largo Mahler, dal quale mancava dal giugno del 2009, quando eseguì
il Concerto in La minore per violino,
violoncello e orchestra op. 102 di Brahms – e il direttore australiano Daniel Smith, al debutto con l’Orchestra
milanese, che sostituirà il maestro Aldo Ceccato, impossibilitato a dirigere
per un infortunio.
Vodnik, ovvero Il folletto d’acqua, è
una sorta di favola nera che i bambini cechi conoscono a memoria, perché la
studiano già alle scuole elementari. La storia è abbastanza macabra e piuttosto
intricata, e non sembrerebbe adatta a un
pubblico infantile; nonostante ciò è diventata un classico della
letteratura boema per i più piccoli. Dvořák lesse questa storia, in forma di
poema, in una celebre raccolta di racconti magici e popolari intitolata Kytice (La ghirlanda) pubblicata nel
1853 da Karel Jaromír Erben (1811-1870), un archivista di Praga, appassionato
erudito che curò il recupero di opere delle letteratura antica boema, di poesie
e fiabe slave e ceche. Kytice è
ispirata a quelle storie e leggende, contiene in prevalenza ballate, ancora
oggi apprezzate anche fuori dei confini cecoslovacchi. Da questa raccolta
infatti è stato tratto anche un film nel 2000. Le storie di Erben piacciono
tanto non solo per le magie naturali molto fantasiose e sognatrici, ma anche
per l’attenzione alla psicologia dei suoi personaggi. Queste fiabe catturarono
anche l’attenzione di Dvořák, che trasse quattro poemi sinfonici su altrettante
storie contenute nella raccolta, inclusa Il
folletto d’acqua. Il poema sinfonico fu una forma musicale per orchestra
molto utilizzata nell’Ottocento, e non solo. Derivava dalla “musica a programma”,
ovvero quel genere compositivo che si propone di evocare vicende drammatiche,
ambienti naturali o particolari figure storiche e leggendarie. Si tratta dunque
di musica descrittiva nel senso lato del termine, poiché l’elemento che ispira
la musica, può essere suggerito da qualche opera letteraria, un dramma, una
poesia, ma anche un opera d’arte figurativa. La prima esecuzione di Vodnik è del 14 marzo 1896 a Londra,
direttore Henry J. Wood.
Concerto in Si minore per violoncello
e orchestra op. 104. Concerto
è il modo con il quale Dvořák tratta la materia musicale; la composizione nasce
in un periodo segnato dall’estremo rispetto del musicista boemo per le forme classiche,
come evidenziano anche la Nona Sinfonia, il Quartetto in Fa Maggiore
e il Quintetto in Si bemolle Maggiore. La sua articolazione è scandita
nei canonici tre tempi Allegro – Adagio –
Allegro, con il primo in forma sonata e il terzo in forma di rondò; viene
anche mantenuto il carattere discorsivo proprio di ciascuno di essi: drammatico
il primo, elegiaco il centrale, brillante l’ultimo. L’impianto non è dunque
originale, ma è rivissuto da Dvořák attraverso la sua sensibilità slava e il
ricordo della propria terra che il soggiorno americano, durato dal 1892 al
1895, aveva acuito grazie anche alla frequentazione di comunità di emigrati
boemi presenti in alcuni Stati come l’Iowa, dove si recava in vacanza d’estate.
Sembra addirittura che la lontananza abbellisca, impreziosisca, le immagini, i
suoni, i colori nativi; che siano proprio questi a suggerire la prospettiva attraverso
la quale formulare l’impianto classico della forma e la gestualità di buona
parte delle idee musicali. Le lamentele di Wihan sono sintomatiche del
trattamento riservate dal compositore al violoncello che, pur chiamato a
passaggi tecnicamente impervi, non prevarica mai sull’orchestra, rispetto alla
quale si mantiene in posizione discreta, riprendendone le proposte tematiche
per arricchirle timbricamente, o elaborale. Prima esecuzione: Londra, 19 marzo
1896, London Philharmonic Orchestra, diretta dall’autore (violoncello Leo
Stern).
La Sinfonia n. 6 in Re maggiore op. 60 venne in origine pubblicata dall’editore tedesco Simrock
come “Sinfonia n.1”, creando una confusione tale che fu risolta solo grazie
agli studi pazienti dei filologi e musicologi. Aldilà delle circostanze, dopo
altre esecuzioni a Londra,
questa sinfonia entrò nel repertorio delle migliori società concertistiche e fu
apprezzata dovunque per la spontanea pienezza melodica e per l’orchestrazione,
in cui si avvertono decise influenze brahmsiane. Infatti le analogie tra la
Seconda Sinfonia di Brahms e la Sesta di Dvorák sono evidenti. Entrambe le
sinfonie sono nella tonalità di Re maggiore. Brahms divide i movimenti in Allegro non troppo, Adagio non troppo, Allegretto Grazioso e Allegro con spirito;
Dvorák divide in Allegro non Tanto,
Adagio, Presto e Allegro con spirito. La struttura formale e i tipi di
andamento sono decisamente molto simili. Entrambi i primi movimenti, in ritmo
ternario, muovono verso la tonalità di Mi minore, così come gli ultimi,
entrambi con passaggi contrappuntistici, impiegano modelli armonici simili.
Risulta chiaro il debito di Dvorák nei confronti del più maturo Brahms, preso a
modello, come di altri come Wagner, Schumann, Schubert, Beethoven e Smetana,
solo per citarne alcuni. In questa ottica la Sinfonia n. 6 appare come un
deciso omaggio a Brahms, non certo un plagio. Prima esecuzione: 25 marzo
1881,Prozátimní Divadlo (Teatro Provvisorio, Interimstheater) di Praga, direttore
Adolf Čech.
Il giovane direttore d'orchestra
australiano Daniel Smith sta diventando rapidamente uno dei musicisti più entusiasmanti
della scena musicale internazionale. Vincitore del primo premio, della golden baton
e dell’Orchestra’s Choice al
Fitelberg International Conducting Competition (novembre 2012), ha anche vinto
il secondo premio nel prestigioso
Sir Georg Solti International Conductors’ Competition (settembre 2012), il primo
premio al 5° Concorso Luigi
Mancinelli per direttori d’opera (agosto
2012 ), e Orchestra’s Choice
Prize for Best Conductor nel Lutosławski
International Conducting Competition in Polonia. L'impegno, l’energia e l’affiatamento sia con i musicisti che con il pubblico lo hanno visto acclamare come "una delle più grandi giovani promesse nella direzione
d’orchestra" dalla Göteborgs Symfoniker in occasione del suo
debutto nel 2010. Dividendo il suo tempo fra Roma e Sydney, Daniel
Smith ha inoltre diretto la
Danish National Symphony Orchestra, Frankfurt hr-Sinfonieorchester, Göteborgs
Symfoniker, Saskatoon Symphony Orchestra, l'Orchestra Nazionale
della Romania, Orquestra de Cadaqués, Salzburg
Chamber Soloists e l'Orchestra di
Sofia. Ha anche diretto nei
festival europei, americani e australiani, tra cui il
Mozarteum Festspiele, Järvi Summer
Festival, Estate Musicale Chigiana,
Aspen Music Festival e il Sydney Olympic Arts Festival. Egualmente talentuoso nel teatro d'opera,
ha recentemente lavorato come direttore
assistente al Teatro dell'Opera di Roma su Il barbiere
di Siviglia, Così
fan tutte, Der Rosenkavalier, La fanciulla del West
(con Giancarlo del
Monaco), La
traviata e Tosca
(con Franco Zeffirelli)
e Wozzeck. Daniel Smith ha anche
diretto Cavalleria rusticana, La traviata, Così fan tutte, Gianni Schicchi e Suor
Angelica presso i Festival dell’Accademia ed Estate Musicale Chigiana, Der Fliegende Holländer all'Opéra di Monte Carlo, e La Rondine al Teatro dell'Opera di Sydney. Daniel Smith si è avvicinato alla
musica con lo studio del flauto traverso dall’età di sei anni. Ha studiato direzione d'orchestra con Jorma Panula, e successivamente con Neeme Järvi e Paavo Järvi
in Estonia, Gianluigi Gelmetti presso la Sydney Symphony, Robert Spano e Hugh
Wolff ad Aspen e
Peter Gülke al Mozarteum di
Salisburgo. Ha conseguito il Master of Music presso il Conservatorio di Musica di Sydney (Imre Pallo
e Harry Spence Lyth)
e ottenuto borse di studio dal Trinity
College di Londra e l'American
Academy of Conducting (Aspen).
Enrico Dindo (Torino, 1965) nasce da una famiglia
di musicisti, inizia a sei anni lo studio del violoncello diplomandosi al
Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Nel 1997 conquista il Primo Premio al
Concorso Rostropovich di Parigi: da quel momento inizia un’attività da solista
che lo porta adesibirsi in moltissimi paesi, con orchestre prestigiose come la BBC Philharmonic
Orchestra, la
Rotterdam Philharmonic Orchestra, l’Orchestre Nationale de
France, l’Orchestre du Capitole de Toulouse, la Filarmonica della
Scala, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra dell’Accademia di
Santa Cecilia, la
Filarmonica di San Pietroburgo, l’Orchestra Sinfonica di
Stato di Sao Paulo, la
Tokyo Symphony Orchestra, la Toronto Symphony
Orchestra e la
Chicago Symphony Orchestra ed al fianco di importanti
direttori tra i quali Riccardo Chailly, Aldo Ceccato, Gianandrea Noseda, Myung-Whun
Chung, Paavo Järvj, Valery Gergev, Riccardo Muti e lo stesso Mstislav
Rostropovich. Tornerà nella prossima stagione in tournée con la Leipziger Gewandhaus
Orchester, diretta da Riccardo Chailly con concerti a Lipsia, Parigi, Londra e
Vienna. Tra gli altri impegni dei prossimi mesi, ricordiamo i concerti con la Pittsburgh Symphony
orchestra oltre, naturalmente, con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe
Verdi. Tra gli autori che hanno creato musiche a lui dedicate, Giulio
Castagnoli, Carlo Boccadoro Carlo
Galante e Roberto Molinelli. Nel giugno 2012 è stato nominato Accademico di
Santa Cecilia. Enrico Dindo incide per la Decca, per la quale è uscita nel 2011
l’integrale delle Suites di Bach. Nel gennaio 2012 la Chandos ha pubblicato i
concerti di Shostakovich, incisi con la Danish National Orchestra,
diretta da Gianandrea Noseda, riscuotendo un immediato consenso della critica
internazionale. Enrico Dindo suona un violoncello Pietro Giacomo Rogeri (ex
Piatti) del 1717 affidatogli dalla Fondazione Pro Canale.
Auditorium
di Milano Fondazione Cariplo, Largo Mahler, Milano
Giovedì 13
dicembre 2012 ore 20.30
Venerdì 14
dicembre 2012 ore 20.00
Domenica 16
dicembre 2012 ore 16.00
Dvořák
Vodník, poema sinfonico op. 107
Concerto in Si minore per
violoncello e orchestra op. 104
Sinfonia n. 6 in Re
maggiore op. 60
Orchestra Sinfonica di
Milano Giuseppe Verdi
Violoncello
Enrico Dindo
Direttore
Daniel Smith
Per maggiori
informazioni: www.laverdi.org
Adriana Benignetti