21 settembre 2012

Apprensione e sgomento di 40 grandi artisti per la rottura tra Daniele Abbado e “I Teatri”

«Questa decisione ci appare allarmante e incomprensibile, perché non è giustificata né dall’andamento della gestione economica (dieci anni di bilanci attivi, aumento costante di abbonati e biglietti venduti e nuove generazioni in sala), né tanto meno da motivi di ordine artistico»



Antonio Albanese, Fabrizio Arcuri, Giorgio Battistelli, Marco Belpoliti, Alessandro Bergonzoni, Riccardo Rodolfi, Licia Morandi, Nicoletta Braschi, Maria Luisa Brighenti, Romeo Castellucci, Francesco Cataluccio, Lella Costa, Maddalena Crippa, Emma Dante, Elio De Capitani – Teatro dell’Elfo, Lucinda Childs, Ivan Fedele, Carlo Feltrinelli, Luca Formenton, Luca Francesconi, Philip Glass, Mariangela Gualtieri, Adriano Guarnieri, Bill T. Jones, Piero Maranghi, Mario Martone, Francesco Micheli, Damiano Michieletto, Barbara Minghetti, Moni Ovadia, Claus Peymann, Jutta Ferbers – Berliner Ensemble, Arnaldo Pomodoro, Massimo Popolizio, Michael Riesman e Philip Glass Ensemble, Nicola Sani, Spiro Scimone e Francesco Sframeli, Toni Servillo, Peter Stein, Fabio Vacchi, Monique Veaute e Robert Wilson: sono più di 40 gli artisti – compositori, musicisti, attori, registi e intellettuali – che hanno scritto una lettera-appello al sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio.  


Oggetto della missiva è la preoccupazione, e lo sgomento, per il “benservito” dato dai Teatro di Reggio a Daniele Abbado: lo scorso luglio la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, secondo quanto deliberato dal Consiglio di Amministrazione, ha, infatti, ufficializzato l'avvio di una procedura di "ricognizione esplorativa" per sondare la disponibilità di soggetti interessati ad assumere l'incarico di Direttore Artistico come successori nel ruolo attualmente ricoperto da Daniele Abbado. Un benservito che i firmatari non hanno compreso considerando Daniele Abbado, un punto di riferimento culturale fondamentale per Reggio Emilia che, sottolineano i firmatari,  “in questi dieci anni ha portato Reggio Emilia a diventare una delle capitali artistiche e culturali del nostro Paese, producendo e ospitando spettacoli di livello internazionale”. La risposta di Delrio, molto concisa, è arrivata immediata: il sindaco e presidente della Fondazione I Teatri dichiara di aver preso questa decisione in pieno accordo con lo stesso Abbado. I due si sarebbero incontrati poco prima di Ferragosto, secondo le cronache, in un clima di serenità, a parte le perplessità di Daniele Abbado sull’atteggiamento di qualche componente del consiglio di amministrazione nei suoi confronti. In ogni caso, non c’è stato nessun segnale di ripensamento sulla scelta di non prolungare il rapporto decennale con il regista milanese chiuso, a quando pare, in maniera non proprio indolore. Tra l’altro, nei prossimi mesi oltre al cambio del Direttore Artistico, sono in scadenza anche il mandato del Sovrintendente (ruolo oggi ricoperto da Giuseppe Gherpelli) sia lo stesso cda.

Riportiamo di seguito la lettera-appello a Graziano Delrio e la sua breve risposta.  

«Gentile sindaco Graziano Delrio i Teatri di Reggio Emilia hanno rappresentato in questi anni difficilissimi per le istituzioni culturali italiane un punto di riferimento importante non solo per i cittadini del suo territorio, ma anche per tutti coloro che nel nostro Paese guardano alla musica, al teatro, all’espressione artistica come a un fatto vivo e a un’esperienza imprescindibile per la formazione della coscienza civile e culturale delle persone. Abbiamo appreso con vivo stupore e disorientamento che la sua amministrazione ha indetto un bando di concorso pubblico per la ricerca di un nuovo direttore artistico dei Teatri senza un chiaro progetto su come rinnovare e arricchire un’esperienza che in questi dieci anni ha portato Reggio Emilia a diventare una delle capitali artistiche e culturali del nostro Paese, producendo e ospitando spettacoli di livello internazionale con la partecipazione di artisti come William Forsythe, Shen Wey, Trisha Brown, Claudio Abbado, Maurizio Pollini, Karlheinz Stockhausen, Christian Boltanski, Zubin Metha, Jordi Savall, Lev Dodin e molti altri personaggi – con occhio particolare agli artisti più giovani –  del mondo del teatro, della musica, della danza e di tutte le altre forme dello spettacolo dal vivo. Questa decisione ci appare allarmante e incomprensibile, perché non è giustificata né dall’andamento della gestione economica (dieci anni di bilanci attivi, aumento costante di abbonati e biglietti venduti e nuove generazioni in sala), né tanto meno da motivi di ordine artistico. Le chiediamo pertanto, come sindaco e come presidente della Fondazione, di impedire che una delle principali istituzioni di Reggio Emilia possa snaturare la propria vocazione artistica e perdere quella centralità culturale che un numero sempre crescente di cittadini, di critici e più in generale di spettatori italiani e stranieri ha riconosciuto in questi anni ai Teatri. In questi tempi di crisi la perdita di un simile punto di riferimento culturale non è solo una questione locale, ma ci riguarda tutti. Il mondo dello spettacolo e della cultura guarda con apprensione e sgomento a quanto sta avvenendo nella sua città, fiduciosi che lei non consentirà un cambio di direzione senza un dibattito trasparente in grado di assicurare alla Fondazione la continuità e lo sviluppo di questa esperienza. La salvaguardia dei valori culturali, la correttezza amministrativa e la ricerca della qualità artistica sono principi irrinunciabili per la gestione di un patrimonio di tutti quale è un teatro. Le auguriamo un buon lavoro».

Il sindaco e Presidente della Fondazione I Teatri, Graziano Delrio, ha immediatamente replicato così: «Ringraziamo i firmatari della lettera, di cui siamo venuti per ora a conoscenza solo a mezzo stampa e che certamente sarà stata recapitata ai nostri uffici, per il riconoscimento al prestigio della Fondazione I Teatri, costruito nell’arco di 150 anni con l’impegno e il lavoro caparbio di generazioni di amministratori pubblici e direttori, cui Daniele Abbado ha dato un ulteriore determinante contributo negli ultimi dieci anni insieme a molti artisti italiani. È stato con il Direttore Artistico stesso che si è convenuto per una nuova stagione che sicuramente non cambierà la natura e il segno, né la progettualità che si è intrapresa finora e che, proprio per la trasparenza che viene richiamata dai firmatari, ha scelto la strada del bando pubblico. Sono certo che tutti gli artisti e gli intellettuali che a noi si appellano continueranno a sostenere questa fondamentale istituzione della cultura italiana».

Segnaliamo che, alla scadenza dei termini per la presentazione delle candidature (13 settembre 2012) le proposte arrivate alla Fondazione “I Teatri” sono state 28: solamente un nome, finora, è emerso quello di Marco Tutino, compositore milanese. Il consiglio di amministrazione si riunirà a breve per fare il punto della situazione e per un primo esame di queste candidature, in modo da chiudere in tempi rapidi la partita della successione.

Adriana Benignetti