03 marzo 2012

L'ultimo saluto al grande Lucio

Domani alle 14.30 i funerali, in forma privata, nella Basilica di San Petronio a Bologna



Dalle 9.30 di questa mattina è stata allestita la camera ardente nel Cortile D’Onore del Palazzo d’Accursio (Palazzo Comunale) in piazza Maggiore a Bologna, mentre i funerali, in forma privata, sono previsti domani, 4 marzo alle ore 14.30, giorno del compleanno di Lucio Dalla, nella Basilica di San Petronio, sempre in Piazza Maggiore a Bologna. Dichiarato il lutto cittadino e, per permettere ai bolognesi di partecipare ai funerali, è stata posticipata alle 18.30 la partita Bologna-Novara, prevista per le 15. 








«La morte? È solo la fine del primo tempo».  


«Avevo undici anni quando mia madre, donna strana, una stilista che non sapeva mettere un bottone, mi portò in un istituto psicotecnico di Bologna per un test sulle mie attitudini. Risultò che ero un mezzo deficiente».






«Mi sentivo un maudit, snobbavo la canzonetta. Mi sarei ucciso alla sola idea che sarei potuto diventare un idolo pop. Fu Gino Paoli a convincermi».






«La rivelazione. Mi sentii per la prima volta amato dalla gente e desideroso a mia volta di amarla. Cantavo già da quattro anni, ma capii solo allora quanta gioia potevo regalare con le mie canzoni».





«Il mio rapporto con la gente. Che dura ormai da quasi cinquant’anni. Un altro dinosauro come me sarebbe stato ammazzato. E invece io continuo a stare dentro la gente, mi piace. Mi sento uno che esiste solo perché esistono gli altri».




«Dove sto meglio è Napoli. La città dove la mia creatività si esalta».


«Da giovane ero molto devoto di Padre Pio. Oggi credo nella bellezza del credere. La casualità non esiste. È una manifestazione del sacro».
Lucio Dalla



«Lucio, amico caro di tutti. Da oggi il mondo sarà più buio. Prego e penso che poeti come te non dovrebbero mai morire. Il distacco umano da uomini e artisti grandi come sei stato e sei, ci coglie sempre impreparati».
Adriano Celentano




Adriana Benignetti