24 dicembre 2011

Grande successo per “LaVerdi” in Oman

L'Orchestra Verdi ha concluso le celebrazioni d'inaugurazione della spettacolare Royal Opera House con la “Carmen”


«Una missione e una sfida vinta con grande coraggio, una vera e propria sfida, perché nulla è stato facile in questa impresa del tutto nuova, in un ambiente totalmente sconosciuto sotto il profilo musicale e non solo, davanti a un pubblico che si accostava per la prima volta a un’espressione così particolare quanto espressiva della cultura europea, com’è l’opera lirica. E certamente anche una missione perché l’Oman è un Paese che dichiaratamente si sta aprendo all’Occidente, in modo diretto e trasparente, come diretta e trasparente è stata la realizzazione e l’esecuzione di questa Carmen. E con la prima esecuzione del capolavoro di Bizet, non a caso opera che sottintende e amplifica fino alla tragedia il tema della libertà individuale, si è stabilito un ponte importante e decisivo tra due culture così diverse ma da oggi senz’altro più vicine».

Queste le parole con le quali il direttore francese Patrick Fournillier ha descritto la tournée in Oman de laVerdi, conclusasi da pochi giorni, e che ha registrato, in ognuna delle tre recite della Carmen di Bizet (17, 19 e 21 dicembre), il tutto esaurito e la standing ovation. La formazione al completo – Orchestra Sinfonica, Coro Sinfonico (diretto da Erina Gambarini) e Coro di voci bianche (diretto da Maria Teresa Tramontin), diretta da Patrick Fournillier – ha concluso le celebrazioni di inaugurazione della spettacolare Royal Opera House di Muscat, capitale dell’Oman.  




(video caricato su YouTube da LkePardo in data 20/dic/2011)


La Carmen è stata la prima produzione assoluta della nuova Opera House omanita, che ha visto la partecipazione – oltre agli ensemble de laVerdi – di solisti di primo piano, tra i quali: Julia Gertseva nel ruolo di Carmen, Marcello Giordani e Giancarlo Monsalve nel ruolo di Don José, Carmela Remigio nel ruolo di Micaela e Nicolas Cavallier in quello del torero Escamillo. Il tutto sotto l’abile regia del Premio Oscar Gianni Quaranta, che ha curato anche la scenografia di un allestimento classico ma non tradizionale.

Fournillier, che sei anni fa aveva registrato un cd di arie operistiche con laVerdi e che ha affermato la disponibilità a collaborare su nuovi, coinvolgenti progetti con la formazione milanese, ha avuto parole particolarmente entusiastiche nel descrivere l’esperienza: «Con i professori e i coristi della Verdi si è stabilito subito un rapporto di solida intesa. Concentrazione, tensione emotiva verso l’obiettivo e dedizione totale hanno consentito di centrare pienamente il successo in tutte le esecuzioni. Anche e soprattutto quando si presenta l’imprevisto, come puntualmente è successo». Imprevisto che ha creato una suspense improvvisa nel corso della rappresentazione del 19 dicembre quando, durante l’esecuzione della Ouverture, si sono spente le luci nella buca dell’orchestra, piombata improvvisamente nel buio. Gli orchestrali hanno proseguito impeccabilmente l’esecuzione, fino alla fine del brano. A quel punto, il direttore Fournillier si è fermato e, girandosi verso il pubblico, ha spiegato la situazione, plaudendo agli orchestrali che magistralmente hanno suonato l’intero brano a memoria, ma rilevando anche che sarebbe stato impossibile proseguire per l’intera durata dello spettacolo. D’istinto è scrosciato in sala un applauso potente e corale all’indirizzo dell’Orchestra Verdi, che ha ripreso la sua performance non appena il guasto è stato riparato.

Il direttore generale de laVerdi, Luigi Corbani, ha commentato con visibile soddisfazione il successo in Oman: «Non nascondo che alla vigilia della partenza per l’Oman eravamo razionalmente preoccupati per la prova difficile che ci aspettava; difficile perché ci attendeva il compito di inaugurare un progetto particolarmente ambizioso come quello del lancio della Royal Opera House di Muscat sulla scena mondiale della cultura tout court. A questo punto, posso affermare con orgoglio che l’obiettivo è stato raggiunto, oserei dire per acclamazione, grazie sia all’eccellente livello qualitativo delle componenti individuali degli ensemble orchestrale e vocali, sia al gioco di squadra che ha funzionato molto bene, insieme con tutti gli altri partner che hanno contribuito alla produzione».


Adriana Benignetti