04 novembre 2011

A colloquio con Massimo Mariani, nel mondo dell’audio

«Il tecnico del suono puro oggi non esiste quasi più: il mercato del lavoro richiede una figura composta da più professionalità»



La chitarra, ricevuta in regalo a un compleanno, imparata da autodidatta, “tirando giù” gli accordi delle canzoni preferite; una grande passione per la musica rock e per il blues; la formazione di una band con gli amici del liceo; i tanti concerti in giro per locali; i primi rudimenti sulla tecnologia audio appresi “sul campo”, osservando chi svolgeva da anni la professione; i tanti lavoretti collaterali per mantenersi. Una storia comune a molti, moltissimi, giovani di ieri e di oggi con un forte amore per la musica e un grandissimo desiderio di lavorare in quel campo.


La possibilità di entrare a pieno titolo nel mondo musicale, in realtà Massimo Mariani ce l’ha avuta fin da subito. «Da ragazzino sono entrato in contatto con il mondo della discografia e ho avuto anche contratti con etichette importanti; suonavo quasi tutte le sere con la mia band e sono andato in tournée con cantanti all’epoca famosi. Stiamo parlando della fine degli anni ’70 e a Milano c’erano tantissimi locali nei quali si faceva musica dal vivo; in più, a quei tempi si veniva pagati anche decentemente».
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Adriana Benignetti