02 gennaio 2023

La pierre et l’étang (…les temps…) di Ivan Fedele

Guida all’ascolto attraverso le parole del compositore

Ivan Fedele 
(Foto: acanthes.com)
 La pierre et l'étang (...les temps...)
per un percussionista, quartetto d'archi, orchestra d'archi ed elettronica

Ivan Fedele (Lecce, 1953) 

                            

Tempi:
Rocher englouti
Ricochet de galets
Pierre ponce
Pluie de cailloux

Organico:
Percussioni, quartetto d’archi, orchestra d’archi ed elettronica

Anno di composizione
2010-2011

Prima esecuzione:
10 giugno 2011 Parigi, Festival Agora, Salle 400 del CentrQuatre (Commissione Ircam – Centre Pompidou)

Esecutori:
Quator Renoir, Daniel Ciampolini (percussioni), Orchestra Philarmonique de Radio France, dir. Martinez Izquierdo, Thomas Goepfer (elettronica)

Prima edizione:
Suvini Zerboni, 2011

Durata:
30 minuti circa



Un film-documentario scritto e realizzato da Jérémie Szpirglas e Christian Bahier.
Coproduction Ircam - Centre Pompidou. 2011 © Ircam


La pierre et l'étang (...les temps...), per un percussionista, quartetto d'archi, orchestra d'archi ed elettronica

«Da bambino mi divertito spesso a lanciare pietre nell’acqua»
La pierre et l’étang (…les temps…) nasce dal ricordo di un gioco che Ivan Fedele si divertiva molto a fare da bambino: lanciare le pietre nell’acqua. «Il ricordo di quel gioco mi ha fatto prendere coscienza della ricchezza dinamica di questi due elementi. Lo stagno è una superficie d’acqua assolutamente liscia, sulla quale, come su una tavoletta di cera, è possibile scrivere tutto ciò che si desidera. Non si tratta tuttavia di un’immagine naturalistica: non si sentiranno pietre che cadono, né piogge di sassolini. L’immagine veicola un ritmo che offre, metaforicamente, delle premesse formali».

Il titolo dell’opera
Il titolo, come afferma Ivan Fedele, può essere inteso in due modi diversi:
«In termini di dimensione temporale innanzitutto: quella della composizione, molto diversa da quella psicologica dell’ascolto, che varia tra il primo e l’ennesimo ascolto, ed è ancora diversa da quella della memoria. Poi si può intenderlo come stagno, distesa d’acqua, considerando la relazione tra due elementi, l’acqua, che rappresenta la flessibilità, e la pietra, che rappresenta la durata».

L’immagine come metafora
L’immagine, nel pezzo, non è illustrativa, ma serve solamente come metafora poetica o formale. «L'immagine funge da metafora poetica o formale, mai da illustrazione. Si possono così trovare ispirazioni poetiche nella natura»

La struttura dell’opera
La pierre et l’étang (…les temps…)  è diviso in 4 movimenti, ognuno caratterizzato da un titolo evocativo: Rocher englouti, Ricochet de galets, Pierre ponce, Pluie de cailloux.

«In Rocher englouti l’immagine poetica corrisponde a un masso enorme che cade nell’acqua, metafora della pesantezza e, al tempo stesso, dell’acqua che smorza questa pesantezza. Segue Ricochet de galets, che si occupa della traiettoria di piccoli oggetti che producono un’eterofonia. La metafora è anche in questo caso formale: il movimento rallenta e suggerisce una freccia temporale che guida il percorso. La terza immagine, Pierre ponce, è quella di una singola pietra, la pietra pomice, che, meno densa dell’acqua, non affonda. Musicalmente, si tratta di un’esplorazione metaforica del rimbalzo: se s’immerge la pietra pomice nell’acqua, questa resiste ed emerge dall’acqua appena la si lascia. Infine, Pluie de cailloux per il quale occorre immaginare una giornata di pioggia. Tutto si ferma e la pioggia crea una rete complessa di increspature multiple sulla superficie dello stagno. L’immagine suggerisce, anche in questo caso, un’eterofonia – i suoni sono diversi secondo la massa della pietra – e una polifonia – la sovrapposizione delle increspature e le loro interferenze – ma su un materiale più leggero e più fine». 

Il ruolo dell’elettronica
«L’elettronica contribuisce a sottolineare, amplificare e moltiplicare alcune idee di movimento come, per esempio, il percorso di un oggetto duro, la pietra, e la sua relazione con l’acqua, elemento dinamico. L’idea di partenza è stata di ordine tecnologico: la successione dei gesti fornisce un flusso continuo di informazioni. La partitura eseguita dai musicisti è scritta, mentre le informazioni che ricevo, tratto e ridirigo verso gli altoparlanti creano una partitura “viva” che rispetterà alcuni algoritmi. E poiché ciascuna esecuzione è unica, ci sarà senz’altro qualche piccola variazione tra l’una l’altra».

L’importanza della spazializzazione
In quest’opera la spazializzazione, concetto sul quale Ivan Fedele ha effettuato, da sempre, molteplici ricerche, assume un ruolo metaforico fondamentale.
«La spazializzazione permette, per esempio, di suggerire dei cerchi concentrici provocati dai sassolini. Attraverso un contrappunto spaziale, ho cercato di creare una drammatizzazione spaziale. Ho utilizzato piccoli dispositivi di cattura del gesto, accelerometri e giroscopi che forniscono informazioni sull’accelerazione (dell’archetto, per esempio), sulla rotazione e sulla velocità. È possibile, quindi, sfruttare questi tre parametri del gesto, lavorando in tempo reale sul suono di uno strumento: il gesto dell’archetto, per esempio, per modulare il suono di un accordo dell’intero quartetto. Il gesto diventa così, nello stesso momento, generatore del suono reale e di quello elettronico proveniente dallo stesso strumento o da un altro. Si tratta di una piccola rivoluzione copernicana per la composizione. Inoltre, tra la seconda e la terza parte c’è una cadenza del percussionista, durante la quale il musicista dovrà eseguire dei gesti nello spazio non strettamente necessari al gioco acustico. Questi movimenti generano del suono, veicolato esclusivamente attraverso l’elettronica. Il percussionista si trova così ad avere uno strumento virtuale: un altro aspetto innovativo di questa tecnologia».

Il tempo musicale
«Oggi, per me, il tempo non è più quello della narrazione. Le figure musicali non si presentano più come personaggi di una recita, con tutta la dialettica che questa induce e la musica non è più un romanzo, che si sviluppa nel tempo, ma un oggetto in sé. È, piuttosto, una scultura che si scopre, parzialmente, nella sua complessità, nella sua trasparenza o nella sua non trasparenza. Lo sguardo che ci porta su di essa, la circonda, se ne avvicina e se ne allontana: l’oggetto è sempre lì, nella sua totalità, ma mai svelato completamente. Questo approccio suppone un rapporto temporale completamente differente con l’oggetto: un’attitudine che rivela una contemplazione, una percezione che preferisce, al rivelare un percorso narrativo, la scoperta progressiva della natura di una materia sonora. Gaston Bachelard, nella sua Dialectique de la durée, ci spiega molto bene la distinzione tra “tempo oggettivo” e “tempo soggettivo”, così come il concetto di “ritmologia”: la vita è un’alternanza di azioni e reazioni, che articola l’esperienza come una frase, al contrario della visione di  Bergson, dove la vita è un continuum, sul quale si aprono delle finestra».

Il catalogo delle opere di Ivan Fedele
2011
La pierre et l'étang (…les temps…) per un percussionista, quartetto d’archi, orchestra d’archi ed elettronica
Ās-lêb per coro misto e orchestra
2010
Lexicon per orchestra
Suite francese II per violino
Suite francese III per violoncello
Thanatoséros per soprane,tenore e ensemble
2009
Animus anima II pour sette voci soliste
Artéteka Folkdance 1, per orchestra
Levante versione per violoncello, quintetto d’archi e pianoforte
Nohtar per orchestra d’archi
Pentalogon quintet per orchestra d’archi
SYNTAX 0.1 if@hay.dn, per orchestra
2008
33 Noms per due voci femminili e orchestra
En archè per soprano, violino e orchestra
Mosaïque per violino e orchestra da camera
Nachtmusik per pianoforte
2007
Corrente per violoncello solo
Due notturni con figura per piano ed elettronica
Palimpsest per quattro quartetti d’archi
Stabat Mater per coro e sei percussionisti
2006
Antigone opera in 7 quadri
2005
Antipodes per pianoforte
Cadenze per pianoforte
Capt-actions per quartetto d’archi, accordeon, dispostivo elettronico in tempo reale
Est! secondo concerto per violoncello e orchestra da camera
Flug per clarinetto basso e orchestra
Immagini da Escher per ensemble
2004
Arc-en-ciel per violoncello solo
Arcipelago möbius per clarinetto, violino, violoncello e contrabbasso
Arco di vento per clarinetto in si b e orchestra
Notturno per 11 strumenti
Odós per oboe e coro misto Accord per orchestra da camera
Ali di cantor per quattro gruppi strumentali
Suite francese per clavicembalo antico a due manuali (accordatura Tartini-Vallotti)
Études (Études boréales - Études australes) per pianoforte
Études australes I-III per pianoforte
Études australes IV-V per pianoforte
2002
Canone infinito musica elettronica
Ruah per flauto e orchestra
2001
Accents per pianoforte e quartetto d’archi
De li duo soli et infiniti universi per due pianoforti e tre gruppi strumentali
2000
Animus anima per ensemble vocale
Apostrofe per flauto solo
Dedica per flauto solo
Levante per violoncello, quintetto d’archi e cimbalom
Messages per 2 soprani, 2 mezzosoprani e 8 strumentisti
Paroles y palabras quattro pezzi per soprano e violoncello
Paroles... due pezzi per voce femminile e viola
Querida presencia per soprano e violoncello
Two moons per due pianoforti ed elettronica
Târ terzo quartetto d’archi
¡Hasta siempre! per soprano e violoncello
1999
Codex 2 contrappunti de l'Arte della Fuga di Bach per orchestra da camera
Concerto per violino e orchestra
Corda d'aria per flauto e orchestra
Elettra per viola ed elettronica live
Maja per soprano ed ensemble
1998
Erinni per pianoforte, cimbalom e vibrafono
Scena per orchestra
1997
Corrente II per pianoforte e 7 strumenti
Correnti alternate per pianoforte e 7 strumenti
Dioscuri per 2 violoncelli e orchestra
Donacis Ambra per flauto ed elettronica
Imaginary depth per violoncello e orchestra da camera
L'Orizzonte di Elettra per viola, elettronica live e orchestra da camera
1996
Barbara mitica 20 quadri radiofonici sui miti di coppia su testo di Giuliano Corti
Concerto per violoncello e orchestra
Coram pour voci soliste, coro, orchestra ed elettronica
Coram requiem pour voci soliste, recitanti, coro, orchestra ed elettronica

Corrente per pianoforte e 7 strumenti
High In memoriam Miles Davis, per tromba
ça ira per voce e violoncello
1995
Allons per soprano con accompagnamento di violoncello
La Chute de la Maison Usher musica per il film di Jean Epstein, per voce femminile ed ensemble Profilo in eco per flauto solista ed ensemble
1994
Allegoria dell'indaco vesion pour orchestre de chambre
Flamen per quintetto di fiati
Orfeo al cinema Orfeo racconto in musica per due voci recitanti e tastiere Midi su testo di Giuliano Corti
Richiamo pour cuivres, percussions et électronique
1993
Carme Secondo per orchestra
Concerto per pianoforte e orchestra
Carme per ensemble
Donax per flauto solo
Imaginary islands per flauto, clarinetto basso e pianoforte
1991
Concerto per viola e orchestra
Duo en résonance per due cori concertanti ed ensemble
Il giardino di Giada II per flauto e trio d’archi
1990
Imaginary sky-lines per flauto e arpa
Études boréales per pianoforte
1989
Epos per orchestra
Mixtim musica rituale per 7 strumenti
1988
Allegoria dell'indaco per 11 strumenti
Bias per oboe e chitarra
Modus per clarinetto basso e percussioni
1987
Flores per organo
Pentalogon quartet secondo quartetto d’archi
Chord per 10 strumenti
Ma Vièle per viola e orchestra, partitura ritirata dal catalogo
1985
Latinamix tre pezzi per chitarra, pianoforte e flauto ad libitum
Magic per quattro sassofoni
Windex per clarinetto in si b
1984

Armoon Armonie di luna per quattro pianoforti
Electra glide per due violoncelli e viola
Ipermnestra dramma musicale in un atto, partitura ritirata dal catalogo
Naturae madrigale metafisico per controtenore, tenore e basso
1983
...Ma non troppo per quartetto d’archi, partitura ritirata dal catalogo
Aiscrim per flauto, clarinetto e pianoforte
Il giardino di Giada oboe d’amore e trio d’archi
Mox. Tempo di quartetto per quartetto d’archi, partitura ritirata dal catalogo
Rhapsody pour orchestre, partitura ritirata dal catalogo
Sorpresa Aiscrim II, per pianoforte, partitura ritirata dal catalogo
Toccata per pianoforte
Viaggiatori della notte tre pezzi per violino solo
1982

E poi... scena lirica per soprano e 12 strumenti
Oltre narciso cantata profana per un’azione scenica su libretto dell’autore
1981
Primo Quartetto (Per accordar) per quartetto d’archi
Chiari per orchestra (1981)
Divertimento per orchestra d’archi o dieci solisti, partitura ritirata dal catalogo
Passaggio per oboe, partitura ritirata dal catalogo
1980
Totem (1980), inedito

1977
Dodici figlie di O per pianoforte e banda magnetica, inedito


Ivan Fedele (Lecce, 1953). Breve biografia
Diplomatosi in pianoforte nel 1972 presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, sotto la guida di Bruno Canino, Ivan Fedele si dedica alla composizione che studia con Renato Dionisi e Azio Corghi (diplomandosi, sempre a Milano, nel 1981), poi con Franco Donatoni (presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma): contemporaneamente si laure in filosofia presso l’Università Statale di Milano. Il premio Gaudeamus, nel 1981, con Primo Quartetto e Chiari, gli permette di farsi conoscere a livello internazionale. Figlio di un matematico, deve a lui una grande passione per questa disciplina che lo accompagnerà in diverse ricerche compositive, in particolare sul concetto di spazializzazione, a formulare una “biblioteca” di procedure creative e a definire il prototipo di sintetizzatore granulare. È stato compositore residente all’IRCAM di Parigi e al CNR di Strasburgo e le sue composizioni sono state eseguite nei più importanti festival di musica contemporanea d’Europa, in collaborazione con personalità del calibro di Pierre Boulez, Esa-Pekka Saalonen, Dabid Robertson, Pierre-André Valade e Pascal Rophé. Ivan Fedele è regolarmente invitato a tenere masterclasses o corsi di perfezionamento presso istituzioni quali le Università di Harvard, Barcellona e di Parigi (Sorbonne), l’Ircam, l’Académie Sibelius d’Helsinki, l’Académie Chopin di Varsavia, il Centre Acanthes, il CNSM de Lyon, i Conservatorio di Strasburgo, Milano e Torino.Nel 2000, il ministero francese della cultura gli ha conferito il titolo di Chevalier de l'Ordre des Lettres et des Arts; dal 2002 è membro stabile del Conseil Musical du Prix “Prince Pierre” del Principato di Monaco, come rappresentante dell’Italia; dal 2005 è Accademico di Santa Cecilia e dal 2008 membro dell’Accademia Filarmonica Romana. Dal 2007, inoltre, è responsabile della cattedra di composizione presso l’Accademia di Santa Cecilia di Roma.



Adriana Benignetti

Leggi anche l'intervista a Ivan Fedele:
http://www.musicaprogetto.org/2011/05/colloquio-con-ivan-fedele.html