24 maggio 2011

A colloquio con Ruben Jais, tra Bach e laVerdi

«Il tempo richiesto dai tanti impegni lavorativi viene compensato dalla qualità delle cose che faccio e dall’amore per i progetti che posso realizzare»


Il pubblico dei “fedelissimi” dell’Auditorium di Milano ha imparato, negli anni, a conoscerlo e “riconoscerlo”; a seguire e apprezzare le sue trasformazioni, la sua crescita umana e professionale. Da quando, nel 1998, è entrato a far parte de laVerdi come assistente dell’allora direttore del coro Romano Gandolfi, Ruben Jais, milanese, classe 1964, di strada ne ha fatta, e anche tanta: maestro del coro, direttore d’orchestra, direttore residente e responsabile delle attività artistiche de laVerdi e, da 3 anni, fondatore e direttore di un ensemble dedicato esclusivamente all’esecuzione della musica barocca, laVerdi Barocca. 


«Ho avuto la grande opportunità di lavorare con dei geni, come Romano Gandolfi, Riccardo Chailly e Luigi Corbani, un “visionario” che ha avuto il coraggio di portare avanti questo progetto culturale, molto importante per la città di Milano». Ruben Jais riesce, nonostante i numerosissimi impegni, a dirigere anche presso diverse istituzioni italiane ed estere – tra le quali la Biennale di Venezia, Milano Musica, la UiS Stavanger, il Teatro Real di Madrid – ed è anche direttore musicale della Mailänder Kantorei, formazione legata alla comunità tedesca di Milano.

Incontro Jais, in Auditorium, nel suo ufficio; il telefono squilla in continuazione, le mail arrivano, una dietro l’altra, e l’agenda è fitta di appuntamenti. Viene spontaneo, dunque, chiedergli come faccia a conciliare tanti impegni; in particolare, come riesca a ricoprire il ruolo di direttore artistico senza “rubare” del tempo prezioso alle sue passioni. 

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 Adriana Benignetti